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L’Amoris Laetitia secondo don Valentino Salvoldi

Si è parlato molto in questi giorni dell’esortazione apostolica di Papa Francesco, Amoris Laetitia. Se ne è parlato tanto anche sui media per la questione dell’apertura ai sacramenti per i divorziati risposati. Qualcuno (il cardinale Kasper) addirittura l’ha definito «il più importante documento nella storia della Chiesa dell’ultimo millennio». Ma è davvero così? Oppure l’Amoris Laetitia s’inserisce nel solco della tradizione cattolica? Domande che abbiamo girato a don Valentino Salvoldi, teologo morale, originario di Ponte Nossa.

«Questa esortazione apostolica è un documento molto sofferto, molto delicato, perché c’è stato il pericolo di creare uno scisma nella chiesa cattolica – spiega –. Sono tanti quelli che dicono: non deve cambiare nulla. Potremmo dire che teoricamente non è cambiato nulla, in pratica è cambiato tutto. Teoricamente nulla perché evidentemente il matrimonio è dichiarato indissolubile come sacramento. Ma l’approccio pastorale che il Papa ha voluto dare a questa esortazione apostolica cambia tutto. Potremmo dire che il Papa applica il vangelo della misericordia alla pastorale familiare. Secondo me basterebbe questa esortazione apostolica per caratterizzare un pontificato».

L’Amoris Laetitia giunge nell’anno della misericordia. Un aspetto, questo, da non sottovalutare per don Valentino Salvoldi: «Secondo me questo Papa è grandissimo nell’aver insistito sul fatto che tutti sbagliamo, ma non siamo il nostro peccato. Se il marito sbaglia, la moglie sbaglia, i figli sbagliano, evidentemente abbiamo bisogno di misericordia. Quindi guardiamo alla vita familiare con gli occhi di Cristo, che è misericordia fatta carne. Questa è la chiave d’interpretazione: guardare l’amore umano, bellissimo, sublime, fantastico, con gli occhi misericordiosi di Cristo. Per Dio noi siamo figli e non c’è un genitore che non veda bello e bravo suo figlio».

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