Sciopero regionale unitario, oggi (giovedì 7 aprile) per i lavoratori del Pubblico Impiego. La mobilitazione è per il Contratto nazionale, attorno al quale i sindacati si ricompattano presentando una piattaforma per il rinnovo, con l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto perso in sette anni di blocco contrattuale, «ritenuto illegittimo e condannato dalla Corte Costituzionale», sottolineano in una nota Cgil, Cisl e Uil.
A Bergamo il settore comprende circa 15 mila lavoratori che prestano servizio in enti pubblici, Comuni, ospedali, cliniche, case di riposo e uffici statali. Incroceranno le braccia anche i 2.500 lavoratori delle strutture sanitarie private.
«Proseguiamo con il nostro impegno sindacale nella speranza di un concreto cambiamento che ci porti al rinnovo dei contratti nazionali – dichiara Gian Marco Brumana, segretario generale di Fp-Cgil Bergamo – Chiediamo contratti dignitosi e, se davvero si vuole un cambiamento, veri investimenti in ricerca, sviluppo delle competenze, riqualificazione del personale, per rimettere in moto la più grande azienda del Paese».
«Quello di domani – aggiunge Mario Gatti, segretario generale della Cisl-Fp di Bergamo – sarà uno sciopero che non vuole essere un rito scontato di rappresentanza, ma che intende rilanciare il ruolo e la funzione del sindacato come espressione di civiltà e di partecipazione in una società che cambia, che fa emergere nuovi bisogni, che deve affrontare nuove e straordinarie sfide».
Per i sindacati, il contratto è l’unica modalità per ripartire. «Nella Legge Madia – ribadisce Livio Paris di Uil-Pa – in cinquanta pagine di provvedimento, su 20.000 parole, non una è stata dedicata alla contrattazione collettiva e in una sola occasione si fa riferimento ai diritti di informazione e consultazione in favore delle organizzazioni sindacali».
In questi giorni, Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno percorso tutto il territorio bergamasco per incontrare i lavoratori in assemblee molto partecipate. «Non vogliamo ‘mance’ – sottolineano i sindacalisti – meritiamo rispetto, rispetto per il nostro lavoro, per i lavoratori al servizio di cittadini e imprese. Dopo aver aspettato anni, rivendichiamo il nostro contratto, lottiamo per la nostra dignità, per un diritto negato da troppo tempo. Non ci fermeremo fino a che ci ascolteranno».