Alcuni Tar si sono pronunciati in questi giorni su ricorsi presentati dai Comuni e hanno sancito la necessità che Poste italiane assicuri il servizio anche nei piccoli paesi e nelle frazioni. Queste sentenze stanno facendo traballare il piano di riorganizzazione di Poste italiane, che in provincia di Bergamo prevede la chiusura di quattro uffici e orari a singhiozzo in altri sette paesi.
Il Tribunale amministrativo regionale della Toscana ha usato parole molto chiare per bocciare le ipotesi di modificare gli orari di un ufficio postale in provincia di Massa e Carrara: «La chiusura non può essere disposta solo per ragioni di carattere economico, senza ponderare il pregiudizio alle esigenze degli utenti». Il Tar ha specificato che «la disciplina comunitaria e nazionale danno rilievo al ruolo fondamentale dell’ufficio postale per la coesione sociale ed economica sul territorio, specie in zone di montagna».
Poste italiane pare ore intenzionata ad accantonare la scure dei tagli. Questo dopo che anche documenti governativi hanno sottolineato come la capillarità del servizio postale debba essere risorsa e non onere. Per quanto riguarda il servizio di recapito, il piano di riorganizzazione di Poste italiane prevede un servizio a giorni alterni con consegna della posta ordinaria il lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana e il martedì e giovedì in quella successiva. In provincia di Bergamo sono stati ipotizzati 132 lavoratori in eccedenza. Per protestare contro questo piano i sindacati lombardi hanno decretato il blocco degli straordinari e organizzato lunedì scorso uno sciopero. Sono stati annunciati a breve ulteriori strumenti di lotta.