Prosegue a Bergamo il processo a carico di Amine El Ghazzali, il marocchino di 26 anni accusato di aver ucciso Sara El Omri, la sera del 2 giugno 2015 ad Albino. In aula, ieri, è stata ribadita la versione dell’uomo: avrebbe accoltellato la moglie per reagire a un’aggressione. L’uomo è assistito dall’avvocato Giovanni Fedeli, ieri in tribunale sostituito dalla collega Roberta Barbieri. La difesa ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti della provocazione, di quelle generiche e del riconoscimento dell’esclusione dell’aggravante della crudeltà.
Nel corso dell’udienza, è intervenuto anche l’avvocato di parte civile Pasquale Citro, chiedendo un risarcimento di 250 mila euro sia per il padre che per la madre della 19enne uccisa. Ieri, tra l’altro, la madre della vittima si è sentita male ed è stato necessario l’intervento della Croce Rossa. Per Amine El Ghazzali la pm Raffaella Latorraca ha chiesto una condanna a 30 anni per omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà. Secondo gli inquirenti, Sara, colpita con 24 coltellate, tentò di difendersi come dimostrerebbero le ferite su braccia e mani, per poi scappare, prima di perdere la vita. La prossima udienza è stata fissata per il 31 maggio, quando ci saranno le repliche e la sentenza del giudice.