Il vino dal punto di vista culturale e scientifico è stato al centro del convegno promosso dall’Istituto professionale alberghiero «Sonzogni» all’auditorium «Modernissimo» di Nembro. Una mattinata con diversi esperti a confronto per scoprire, ad esempio, come la composizione di un terreno può influenzare un vitigno o quale mondo si nasconde dietro un grappolo d’uva o, ancora, cosa ha rappresentato il vino nella cultura classica o nella religione cristiana.
L’ospite d’onore era Pierrick Bourgault, giornalista parigino, ingegnere agricolo vincitore del Grand Prix du Journalisme Agricole. Lo abbiamo avvicinato a margine dei lavori per sapere che ne pensa dei vini italiani: «I vini italiani hanno una forte personalità, un gran carattere. Mi chiedono spesso quale sia il vino migliore, ma è impossibile rispondere a questa domanda. Ogni vino ha sue caratteristiche: impossibile dire se un vino veneto sia migliore rispetto ad uno lombardo o toscano o piemontese».
Bourgault ha scritto il libro «Vini Insoliti» (JonGlez- 2015), un viaggio alla scoperta di produzioni strane e rare. Ci sono viti che raggiungono anche 15 metri di altezza o altre che resistono ai climi più estremi. L’Italia, naturalmente, si ritaglia un ruolo da protagonista, anche per la fantasia di tanti suoi produttori. Gli chiediamo quale consiglio si sente di dare a ragazzi che dovranno lavorare nel settore alberghiero o della ristorazione, Bourgault risponde che non bisogna aver paura di osare: «Si possono abbinare vini in base alla regione oppure fare esperimenti internazionali in base al sapore dell’alimento o al sapore del vino che vogliamo bere».
La giornata, aperta dal preside del «Sonzogni» Antonio Savoldelli e dal sindaco di Nembro Claudio Cancelli, ha ospitato anche gli interventi di Daniela Fracassetti, ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano, Antonia Bertoni, che ha parlato del vino nella cultura latina e greca, Sergio Chiesa, geologo ed esperto di alimentazione.