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Albino tra le «Dementia Friendly Communities»?

Dementia Friendly Communities: anche Albino mira a diventare parte della rete internazionali di comunità solidali con i malati di demenza. Per queste persone e le loro famiglie è fondamentale sentirsi accolte e sostenute. Basta poco: poter entrare in un negozio a fare spesa, partecipare alla vita del paese. In poche parole, non restare ai margini.

Far diventare Albino una «Dementia Friendly Community» è tra gli obiettivi che si è posto il nuovo Consiglio d’amministrazione della Fondazione Honegger, l’ente che gestisce la casa albergo e diversi servizi socio-assistenziali della cittadina. «Si tratta di un progetto che abbiamo condiviso nell’impostazione con i Servizi sociali del Comune – spiega il presidente della Fondazione, Tiziano Vedovati –. Vorremmo creare una comunità albinese che sia amica delle persone con demenza. C’è un percorso che è già stato realizzato in altri stati come l’Australia, il Regno Unito e l’Olanda, prendendo questo modello di comunità che si attrezza per essere più vicina alle persone con demenza».

Del resto, i numeri parlano chiaro: si calcola un caso di demenza ogni 3 secondi nel mondo; nel 2050 le malati dovrebbero superare i 130 milioni. «Dovrà essere tutta la comunità nel suo insieme a farsi carico di queste persone – prosegue Vedovati –. Teniamo conto che noi abbiamo già attivato il progetto di “Rsa aperta”: andiamo nelle case con nostro personale a sollevare alcune ore alla settimana le famiglie, accudendo le persone che hanno questi problemi».

La struttura protetta in via Cappuccini
La struttura protetta in via Cappuccini

Oltre a lavorare per una comunità solidale con le persone affette da demenza, ci sono diversi altri obiettivi nell’agenda del nuovo Cda, di cui fanno parte anche Vincenzo Russo, Davide Carrara, Marco Bianchi e Stefano Vismara. «Si parte dal riordino funzionale, percettivo e cromatico delle hall del secondo, terzo e quarto piano della casa albergo di via Crespi – continua Vedovati –. Abbiamo appena concluso i lavori del primo piano con la sistemazione dei nuclei Alzheimer e di residenzialità leggera che prima non erano ben separati. C’è inoltre in programma il completamento e il rifacimento del pianoterra, dove verranno collocati gli uffici attualmente in via Cappuccini (dove si trovano struttura protetta e Centro diurno integrato, ndr), perché la logica dice che debbano stare nella struttura più grande dove sono più funzionali al servizio».

Altri progetti sono l’acquisizione di alcuni appartamenti per realizzare degli alloggi protetti e l’accreditamento di nuovi posti al Centro diurno integrato. «Attualmente il contributo regionale ne copre solo 20, ma tutti i 38 posti del Centro diurno sono occupati. Dovremo poi lavorare anche sulla contrattualizzazione di altri posti, magari attraverso quei servizi che la nuova riforma sanitaria regionale prevede anche per le Residenze sanitarie assistenziali».

Il fronte della sanità, in effetti, potrebbe essere tra quelli che nei prossimi anni vedranno la Fondazione Honegger impegnata. «Le Rsa possono essere soggetti erogatori di servizi sanitari e quindi integrarsi in quello che è il sistema regionale – spiega ancora Vedovati –. Siamo quindi ovviamente attenti a quella che è l’evoluzione della riforma appena partita. Ci sono già dei servizi che potrebbero essere integrati nella nostra realtà. Teniamo conto, ad esempio, che già abbiamo l’accreditamento per 10 posti di cure intermedie, cioè persone dimesse dall’ospedale che vengono seguite per la riabilitazione prima di tornare a casa».

L’intervista a Tiziano Vedovati:

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