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Clusone, dalla Germania per studiare l’Orologio

L’Orologio astronomico di Clusone è un capolavoro di ingegneria meccanica. Il genio di Pietro Fanzago, che lo realizzò nel 1583, non si discute. Ma fa comunque piacere che qualcuno venga a confermarcelo dall’estero. Soprattutto se si tratta di uno dei massimi esperti internazionali di orologeria.

Dalla Germania, nei giorni scorsi, è giunto in visita a Clusone Günther Oestmann. Ad accompagnarlo c’era Daniele Pons, che con Marisa Addomine ha curato la sezione di orologeria del Mat (Museo arte tempo). «Oestmann viene da Brema, è ufficialmente un orologiaio, in realtà è anche uno storico dell’orologeria e della scienza», spiega Pons.

L’esperto tedesco, si legge sulla home page del suo sito arsmechanica.de, si occupa del restauro di oggetti meccanici e strumenti scientifici. Il motto che ha scelto, dell’architetto francese Jean Mignot (vissuto tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento), dice molto di lui: «Ars sine scientia nihil est» (L’arte senza la scienza è nulla).

«Ha delle mani d’oro», sottolinea Daniele Pons. Non a caso tre anni fa Oestmann ha vinto il premio Gaia, assegnato dal Museo internazionale di La Chaux-de-Fonds, il «tempio dell’orologeria svizzera», un riconoscimento «che è un po’ il Nobel degli orologiai», spiega Pons.

Da tutto questo si dovrebbe capire il calibro del personaggio giunto nei giorni scorsi in Alta Val Seriana. La sua attenzione è stata letteralmente catturata dall’astronomico del Fanzago: «Non mi aspettavo di trovare un orologio di queste dimensioni, di questa fatta, in una città così piccola. Non ne conoscevo l’esistenza. La parte astronomica è estremamente interessante», ha osservato.

Guidato da Daniele Pons e da Andrea Zanoletti, operatore del Mat, Oestmann ha potuto entrare anche nella torre del palazzo comunale per osservare il meccanismo da vicino. «Il quadrante è simile agli altri orologi astronomici che si trovano nel nord Italia, assoltamente inaspettato è invece il meccanismo: molto piccolo e con la particolarità di avere il pignone conico che pilota due ruote con un diverso numero di denti. Un espediente che non ho mai visto prima d’ora».

La visita si è poi conclusa al Mat, dove l’esperto tedesco ha potuto ammirare la sezione di orologeria.

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