Ha passato mesi nella tempesta, ma l’Ospedale di Piario sembra tenere. Lo dicono i numeri presentati ieri sera al convegno promosso dall’Ambito territoriale Valle Seriana superiore e Val di Scalve insieme al consigliere regionale Angelo Capelli. Un incontro dedicato alla riforma lombarda della sanità, ma che si è concentrato anche sul presente e il futuro della struttura che lo ospitava.
Piena la sala convegni del «Locatelli»: c’erano medici e operatori dell’ospedale, sindaci e amministratori della zona, gente comune. Moderava Ornella Pasini, ex prima cittadina di Gromo e presidente dell’ambito.
Angelo Capelli, estensore della riforma e componente del Comitato di monitoraggio, si è soffermato sui principi guida: «Questa legge si pone il problema di dare strumenti organizzativi agli addetti ai lavori per il percorso di presa in carico del paziente: le persone, quando vengono dimesse dall’ospedale, spesso non sanno dove sbattere la testa. Spesso, inoltre, c’è un carico eccessivo di soggetti che chiedono prestazioni in ospedale, quando invece in ospedale non ci dovrebbero andare».
Mara Azzi, direttore generale dell’Agenzia di tutela della salute (Ats, l’ex Asl) di Bergamo, ha aggiunto: «Il cambiamento introdotto dalla riforma era un’esigenza sentita da tempo. Ci eravamo già resi conto che si risolvevano i problemi dell’acuto, ma il cronico veniva lasciato alla gestione della famiglia, dei servizi sul territorio, senza un grande legame tra di loro. L’esigenza di creare questa continuità di cura era fondamentale». Per questo, ha aggiunto Azzi, è indispensabile «fare sistema e creare le condizioni per liberare le risorse».
In questo quadro, s’inseriscono le novità che potrebbero coinvolgere il «Locatelli». «Quello su cui siamo fortemente impegnati è la possibilità di prendersi in carico a 360 gradi del paziente, soprattutto se affetto da malattie croniche e in condizioni di fragilità. Questo consente di far sì che le cure erogate non siano frammentarie, ma unitarie», ci ha spiegato a margine dell’incontro Francesco Locati, direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale Bergamo Est, da cui dipende l’ospedale di Piario.
L’attenzione ai malati cronici è data anche dal territorio di riferimento del «Locatelli». Il contesto presenta un alto indice di popolazione anziana, un trend demografico negativo, elevata presenza di invalidità grave, prevalenza di demenze e Parkinson, così come di utenza psichiatrica e alcoldipendenti. «È possibile che dentro un ospedale che rimane per acuti, alcuni pezzi dell’edificio siano destinati a seguire la fase post acuta», ha sottolineato Angelo Capelli.
Nel frattempo, i numeri di Piario rimangono confortanti. Il direttore generale ha lodato lo sforzo profuso dal personale: «I numeri testimoniano l’impegno per il conseguimento degli obiettivi di salute della popolazione». L’ospedale di Piario ha 100 posti letto (91 più 9 di day hospital). Da gennaio a maggio 2016 i ricoveri sono stati 1.749, le prestazioni ambulatoriali 175.285, gli accessi al pronto soccorso 8.499. «Una sostanziale tenuta», l’ha definita Locati.
In crescita, rispetto allo scorso anno, il numero dei parti: 177 da gennaio a maggio (nel 2015 erano stati 158). Questo fa ben sperare, visto che il punto nascita è a rischio chiusura per essere finito sotto la soglia di 500 all’anno fissata dal Ministero. Anche se Capelli ha rassicurato: «In montagna un numero di poco sotto ai 500 (nel 2015 i parti a Piario sono stati 438, ndr) si riesce a difendere».
Proseguono comunque le azioni per il rafforzamento del punto nascita, a cominciare dall’istanza di deroga chiesta al Ministero per continuare con un bando per l’assunzione a tempo indeterminato di due pediatri fino al potenziamento dell’attività dei ginecologi presso i consultori. Inoltre, è stato attivato un servizio che, dopo il parto, permette di ricevere gratuitamente a casa la visita di un’ostetrica.
In chiusura, da registrare l’intervento di Cesare Maffeis, ex sindaco di Cene e presidente dell’ambito della Media Valle Seriana, che ha annunciato l’intenzione di unire i due ambiti del territorio per presentarsi sempre più con una posizione unitaria ai diversi tavoli.
Duro il sindaco di Piario, Pietro Visini: «Il problema è politico – ha detto -. Dobbiamo smetterla di dire che ci vogliono cinque ospedali in cinque chilometri. Ci sono presidi che possono essere chiusi. Conto sul fatto che si lavori perché questo ospedale abbia un futuro. Bisogna conoscere il territorio: provate ad andare a Bergamo d’estate la domenica sera e saprete di cosa parlo. Ci sono gli elicotteri, ma non si fa tutto con gli elicotteri». Capelli ha replicato: «La chiusura degli ospedali non è prevista in questa legge. La riforma dice di non chiudere niente e di fare solo quello che serve».
Le interviste realizzate al termine dell’incontro: