In valle di Scalve si lavora per la realizzazione di un’altra attrattiva interessante. A Schilpario, nei pressi delle miniere, c’è un vecchio capannone che sta per essere destinato a uno scopo importante, ospitare una ricca collezione di armi e macchine da guerra della seconda mondiale, un vero e proprio museo su una superficie di ben 5.500 metri quadrati.
«Questo capannone – spiega il sindaco di Schilpario Claudio Agoni – è stato costruito per dare occupazione quando sono state chiuse le miniere (negli anni ’70). Qui venivano realizzati container, attività destinata a chiudere ancora prima di partire in quanto il costo del trasporto incideva pesantemente sul prezzo. Il tetto è crollato sotto il peso della neve 7-8 anni fa, ma nonostante sembri tutto abbandonato avrà presto un nuovo futuro. Da un incontro avvenuto nel 2014 con Silvano Bettineschi, importante collezionista di San Lorenzo di Rovetta, è nata l’idea di creare un museo per oggetti della Seconda Guerra Mondiale. Questa enorme superficie è ideale per valorizzare anche grandi mezzi come carri armati e aerei, consentendo al visitatore di poterci girare intorno. Con il museo dei mezzi militari questa zona diventerà una delle attrattive più importanti della bergamasca. Cento metri più avanti qui c’è la possibilità di fare una bella visita guidata in miniera, ben attrezzata e dotata anche di un trenino, mentre più avanti c’è un adrenalinico parco avventura, meta molto frequentata. Senza considerare quello che offre la natura, Schilpario è indubbiamente una meta ideale per scolaresche e famiglie».
Oltre ai cimeli di Silvano Bettineschi, a Schilpario troveranno casa anche quelli raccolti in giro per il mondo anche da Adamo Marelli di Cremella (Lecco). La collezione di Silvano Bettineschi è stata al centro di una puntata di Decoder.