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Comune unico? Cazzano si smarca: «No, grazie»

Di Comune unico in Val Gandino si parla da anni. L’ipotesi è tornata sul tavolo nelle ultime settimane, in seguito ad alcuni incontri tra amministratori promossi dalla minoranza di Cazzano Sant’Andrea (Lista civica Per Cazzano). Il progetto, però, sembra destinato a restare solo un’idea ancora a lungo. Il primo a smarcarsi, infatti, è lo stesso sindaco di Cazzano Sant’Andrea, Sergio Spampatti.

Nessuno del gruppo consiliare di maggioranza (Lega Nord) ha partecipato agli incontri. Il perché lo spiega proprio il primo cittadino: «Siamo fortemente contrari all’ipotesi di Comune unico. Oltre a perdere l’identità di paese, e questo secondo me è un problema, l’aspetto non marginale è che in un ipotetico comune grosso ci sarebbero zone periferiche o comunque meno curate rispetto ad oggi. Adesso quando c’è il piccolo problema in paese, interveniamo subito per risolverlo. In un comune più grande questo non potrebbe avvenire».

Se Casnigo, Cazzano, Gandino, Leffe e Peia dovessero fondersi, nascerebbe un Comune da circa 17 mila abitanti e 55 chilometri quadrati di superficie. Un ente più grande, sostiene chi sponsorizza le fusioni, garantisce più risparmi. Ma il sindaco di Cazzano non è d’accordo. «Ci dicono che il grosso dei risparmi avvenga attraverso le risorse umane, quindi meno dipendenti comunali. Beh, a Cazzano Sant’Andrea ne abbiamo quattro e mezzo, operatore ecologico compreso. Siamo già ai minimi termini e da quel punto di vista non ci sarebbero grossi risparmi per noi. So che ci sono problemi in altre parti d’Italia, in altri comuni dove hanno personale in sovrannumero. Secondo me, non è un problema della Val Gandino. Vedo più difficoltà e problemi futuri rispetto a quelli che potrebbero essere i risparmi».

C’è da dire che lo Stato spinge per gli accorpamenti. Non sarebbe meglio anticipare i tempi, prima di trovarsi le decisioni calate dall’alto? «Noi abbiamo già anticipato perché i nostri servizi sono in gestione associata», risponde Spampatti. Ci sono anche incentivi economici per chi si unisce. «Così facendo – commenta il sindaco di Cazzano – si sta cercando di curare la febbre con un po’ di Tachipirina. Probabilmente la febbre sparisce anche per qualche tempo. Se però non andiamo a cercare le cause e curiamo solo i sintomi, non ne usciremo mai da questi problemi italiani. Lo Stato secondo me sta cercando di obbligare tanti comuni a prendere la Tachipirina e cureremo la febbre. Quando ci accorgeremo che le cause della malattia sono ben altre sarà forse troppo tardi».

Il servizio di Antenna2:

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