Con la «Transumanza sulle mura» si è aperto oggi a Bergamo il Festival del pastoralismo 2016. In questi ultimi giorni di ottobre e per tutto novembre la montagna incontra la città. Sono in programma eventi, laboratori, mostre, degustazioni.
Il festival prosegue nel solco del rafforzamento dei legami tra la città e le valli e nel recupero di memoria storica del territorio in chiave di esigenze e sensibilità odierne. Si apre anche alla dimensione interregionale con presenze da Abruzzo, Sicilia e Liguria, nella prospettiva di realizzare un evento di riferimento sul tema del pastoralismo anche oltre i confini bergamaschi e lombardi.
È l’epoca delle transumanze e della preparazione di prodotti che un tempo potevano realizzarsi solo quando la temperatura in calo ne avrebbe garantito la riuscita e la conservabilità. Epoca di “raccolta” anche per i frutti del pastoralismo quindi: i formaggi d’alpe, le carni di animali che non sarebbe risultato conveniente stabulare per l’inverno con l’onere del prezioso fieno.
Il gregge di Marco Cominelli di Parre (trecento pecore) ha quindi percorso per la terza volta le mura venete di Città Alta, uscendo da Porta Sant’Alessandro per dirigersi ad Astino. Era accompagnato dagli asini dell’associazione «Asini si nasce». Per favorire la partecipazione delle famiglie, quest’anno l’evento è stato spostato dal venerdì al sabato.
L’iniziativa ha potuto contare sul prezioso aiuto dei pastori dell’associazione Pastori lombardi, che hanno accompagnato il gregge nel traffico cittadino e, una volta arrivati ad Astino, messo in scena a dimostrazioni di vita pastorale (tosatura e preparazione estemporanea all’aperto della “castradina”, accompagnata da formaggi). Il tutto con la colonna sonora del duo Brembaghet.
Domani (domenica 30 ottobre) il festival sarà di nuovo in Città alta con l’esposizione Capre biodiverse sul prato della Fara con lo sfondo delle montagne e di Sant’Agostino. Saranno presentate cinque razze di capre autoctone, mentre una ventina di espositori daranno vita ad una mostra-mercato di formaggi caprini artigianali, ma anche di altri prodotti tipici delle valli bergamasche: da quelli più tradizionali (il mais spinato di Gandino) allo zafferano e i tartufi passando per olio e vino.
Durante la giornata di domani si svolgeranno anche altre iniziative. Verso mezzogiorno un drappello di capre orobiche si dirigerà guidato dai pastori verso Piazza Vecchia. È la rievocazione di quando, in epoche non lontane, le capre entravano in città per portare il loro latte, munto sul posto, agli ammalati. In Piazza Mascheroni sempre sul far del mezzogiorno inizierà poi lo Street food con gli Amici Teramani (Abruzzo).
Il programma del Festival proseguirà lungo tutti i week-end di novembre. Punto di riferimento, sempre in Città alta, la mostra “La vacca del povero. La capra nella storia della società e della cultura” (venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 14 alle 18, Sala ex Ateneo Piazza Duomo). La mostra approfondisce lo “strano caso” della capra, animale oggetto di cicliche ondate di spregio e di considerazione in relazione alle vicende di società e culture umane. La mostra, aperta da dal 4 al 27 novembre, cerca di trovare una spiegazione legata al ruolo della capra nei diversi contesti rurali e agronomici, ai simbolismi di cui è stata caricata, ai conflitti sociali e agli orientamenti ideologici che ne hanno sancito lo status. Venerdì 4 novembre alle 18 l’inaugurazione con un aperitivo ovviamente dedicato ai formaggi di capra.
L’intero programma è disponibile sul sito web del Festival.