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Chiusura punto nascita, presidio all’ospedale di Piario

Prime reazioni alla notizia che il Ministero della Salute ha deciso di chiudere cinque punti nascita in Lombardia, tra cui anche quello dell’ospedale di Piario.

Anzitutto si sta cercando di capire perché da Roma si sia giunti a questa scelta, soprattutto in considerazione del fatto che il «Locatelli» è un ospedale di montagna. Proprio su questo aspetto puntava la deroga chiesta al Ministero, oltre che su diverse misure attuate dall’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Bergamo Est per potenziare il reparto.

Nel frattempo, si stanno muovendo anche politici e amministratori. Domani (martedì 13 dicembre) alle 11 è stato organizzato un presidio all’ospedale «Locatelli» contro la chiusura del punto nascita. All’iniziativa parteciperanno i consiglieri regionali Silvana Saita e Roberto Anelli, il sindaco di Piario Pietro Visini e altri amministratori.

Il presidente della Comunità montana (e sindaco di Parre) Danilo Cominelli ha scritto a tutti i 38 sindaci della Val Seriana chiedendo la loro presenza al presidio, in cima al viale dell’ospedale, con la fascia per «dimostrare il nostro dissenso». L’invito è stato esteso anche ai consiglieri regionali bergamaschi.

Ma c’è anche l’intenzione di andare fino a Milano. Il primo cittadino di Piario ci ha detto: «Dopo essermi confrontato con i vertici di Asst e Ats (l’ex Asl, ndr), ho iniziato a contattare i miei colleghi sindaci e posso dire che siamo seriamente intenzionati ad andare in Regione perché riteniamo scandalosa questa presa di posizione. Qui non si tratta di politica, si tratta solo di buon senso».

Su Facebook interviene anche il primo cittadino di Vilminore di Scalve Pietro Orrù. «Mi chiedo quale sia la strategia degli illuminati rappresentanti romani (non certo miei rappresentanti; ho perso il conto dei Presidenti del Consiglio non eletti – ma non è questo l’argomento del mio sfogo) nel continuare a tagliare le estremità e soprattutto del non dare mai ascolto alle periferie – scrive -. Continuiamo a partecipare a grandi convegni sul futuro della montagna, di come ci si debba operare per evitare l’inesorabile spopolamento al quale stiamo assistendo ma contestualmente notiamo che i nostri territori vengono sempre più privati dei servizi essenziali e soprattutto che siamo i primi a dover fronteggiare le continue riduzioni nei finanziamenti, in quanto in effetti siamo solo numeri per i quali vale la pena continuare tagliare giusto per fregiarsi del titolo di Stato virtuoso che elimina gli “sprechi”. Credo di poter parlare a nome di tutti i Comuni come il nostro:siamo cresciuti in montagna e abbiamo la scorza dura ma adesso siamo stanchi». Orrù conclude con un «ps: noi esistiamo!».

Abbiamo contattato anche i due consiglieri regionali dell’alta Val Seriana (abitano entrambi a Clusone) Angelo Capelli e Jacopo Scandella. Qui il commento di Capelli, vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale:

Qui il commento di Jacopo Scandella:

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