Nel 1918, durante la prima guerra mondiale, un colpo di cannone mise fine alla vita di don Giuseppe Canova, tenente cappellano degli alpini del quale è restata tuttavia la fitta corrispondenza di lettere inviate a quello che allora era il parroco di Oneta.
Dallo studio di quei documenti è stato possibile ricostruire non solo il vissuto di tanti soldati durante la Grande Guerra, ma anche una fotografia della società del tempo soprattutto in relazione alle vite degli abitanti del paese della Valle del Riso.
«L’immenso lavoro di monsignor Ermenegildo Camozzi – spiega il sindaco Angelo Dallagrassa – è confluito in un libro in due tomi dal titolo “Prete soldato”. Parliamo di 14 anni di studi e ricerche che ora si pongono come un lavoro di estrema importanza sul piano storico».
«Don Giuseppe è cresciuto a Oneta in casa dello zio don Antonio Canova – spiega il primo cittadino – parroco del nostro paese dal 1888 al 1921. Viene allevato come un figlio e in quell’ambiente non poteva che prendere la via del sacerdozio che scoppiata la guerra lo portò sul fronte come cappellano al seguito del V° reggimento alpini, battaglione Val Camonica. Nelle 1800 lettere ci sono precise testimonianze della vita sul campo di battaglia, ma c’è anche la storia di tante famiglie di Oneta».