Proseguono a ritmo serrato le operazioni di sgombero della neve nei pressi dell’Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara). L’ultimo bilancio parla di 11 sopravvissuti e 5 morti. All’appello mancano ancora 23 persone.
I tecnici del Soccorso alpino Lombardo da ieri hanno raddoppiato la loro presenza nelle aree dell’emergenza, con 42 unità, dotate di mezzi e attrezzature per affrontare la montagna impervia e innevata. Nelle ultime ore sono arrivati rinforzi dal Soccorso alpino di altre regioni italiane, in particolare da Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Molise, Campania, Umbria e Lazio.
Oltre che all’hotel di Rigopiano, il Soccorso alpino è impegnato in diverse altre zone del centro Italia. Le squadre stanno portando viveri, medicinali e soccorso sanitario, generi di prima necessità e anche del carburante, facendosi strada in mezzo alla neve, su pendii impervi e anche in zone dove è necessario valutare con grande cautela il rischio di valanghe. Nei boschi devono anche fare attenzione ai cinghiali, spaventati dal rumore dei mezzi.
A Cortino (Teramo), un paese a 1250 m di altitudine, sommerso dalla neve, le frazioni sono una decina, costituite da piccoli gruppi di case molto distanziate fra di loro, anche a dieci kilometri dal capoluogo. Ad Altavilla, frazione di Montorio al Vomano (Teramo), le squadre hanno rifornito di benzina i generatori di elettricità. Ci sono persone che dal giorno del sisma vivono in un pullman, per il timore di nuove scosse. In molte case ci sono famiglie con bambini e ciò che colpisce è la tenacia e la generosità di queste popolazioni: sono loro che chiedono ai soccorritori se hanno bisogno di qualcosa.
«I tecnici delle cinque Delegazioni lombarde (V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna, XIX Lariana e IX Speleologica) – recita una nota del Soccorso alpino -andranno avanti anche nelle prossime ore perché la speranza di trovare altre persone vive a Farindola e la volontà di essere d’aiuto prevalgono sulla fatica, sul buio e su qualsiasi altra sfida».