Ora c’è tutta la filiera delle armi: dalle materie prime alla compravendita. Uno spaccato della storia di Gromo raccolto in poche stanze, per riscoprire un passato glorioso, fatto di spade, pugnali, alabarde.
Il Map di Gromo, Museo delle armi bianche e delle pergamene, inaugura sabato (15 aprile) alle 15,30 una nuova sezione. Sarà dedicata ai minerali da cui venivano ricavati i metalli per forgiare le lame. «Abbiamo chiamato questo spazio espositivo “Mineralogia delle armi bianche e del territorio bergamasco” – spiega la sindaca di Gromo Sara Riva -. Saranno esposte le collezioni Ghilardi e Veneziani donate al museo dal Gom, Gruppo orobico minerali di Bergamo».
Una parte del nuovo allestimento ospiterà anche i minerali di origine ferrosa dell’alta Val Seriana. «Con questa nuova esposizione andiamo a completare il quadro della storia e della cultura di Gromo legata alla produzione delle armi – prosegue la prima cittadina -. In questo modo si avrà la possibilità di approfondire la conoscenza dell’intero ciclo della produzione: dalle materie prime alle armi, che già sono esposte, fino ai contratti con le pergamene».
Il cammino del Map, iniziato nel 2014 al secondo piano del palazzo comunale, compie dunque un ulteriore passo avanti. «Avevamo annunciato la nostra intenzione di puntare molto sulla cultura e la storia di Gromo – aggiunge Sara Riva -. E in meno di un anno siamo andati a proporre due iniziative che ritengo molto interessanti: una la mostra che è stata dedicata alla “Rovina del Goglio”, l’altra questa nuova sezione del museo. Speriamo in questo modo di coinvolgere sia i turisti sia i cittadini di Gromo, partendo soprattutto dai ragazzi già protagonisti con le giornate del Fai».
«Il Map – conclude la sindaca – aiuta a capire cosa ha portato ad avere in un piccolo borgo di montagna una tale ricchezza da tutti i punti di vista, tra i quali quello storico, artistico e culturale. Da parte mia un grazie al direttore del museo Andrea Zanoletti, a tutti i volontari e al consigliere con delega alla Cultura Valentina Santus per quello che stanno facendo».