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L’omaggio di Casnigo a Bepi Lanfranchi, «grande comandante di uomini»

«Bepi Lanfranchi fu un grande comandante di uomini». Potrebbero bastare questa parole di Angelo Bendotti a spiegare perché da oggi a Casnigo una piazza porta il nome del partigiano originario del paese che guidò la brigata “Camozzi” di Giustizia e Libertà.

«Il rapporto che era riuscito a creare con i suoi partigiani era straordinario  – ha aggiunto il presidente dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea -. Non mancava l’autorevolezza di chi comanda, ma c’era qualcosa di più profondo ancora: la solidarietà, la capacità di essere sullo stesso piano degli uomini che lo avevano eletto comandante, la volontà di saper vivere le stesse disperate condizioni di questi uomini. Questo è il carisma, questo è quello che rende un uomo comandante, che rende cioè una figura come quella di Bepi straordinaria per il nostro ricordo».

Angelo Bendotti durante il suo intervento

L’Amministrazione comunale di Casnigo, su impulso dell’Anpi Valgandino, ha voluto dedicare a Lanfranchi il piazzale davanti al campo sportivo. Alla cerimonia per lo scoprimento della targa c’erano il sindaco Giacomo Aiazzi, il presidente dell’Anpi provinciale Mauro Magistrati, il presidente dell’Anpi Valgandino Giovanni Cazzaniga, la sindaca di Peia (e assessore in Comunità montana) Silvia Bosio, il nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Gandino maresciallo Francesco Ciaco.

Ma, soprattutto, c’era la famiglia di Bepi Lanfranchi: la moglie Amalia Mosconi, i figli, i nipoti. Non hanno voluto mancare nemmeno quattro partigiani, tra gli ultimi rimasti: Carlo e Mario Aresi, di Gazzaniga; Giovanni Colnago, di Orio al Serio; Benvenuto Lanfranchi, di Casnigo, cugino di Bepi Lanfranchi.

Giovanni Cazzaniga ha ricordato come il percorso per dedicare un luogo di Casnigo al comandante della “Camozzi” sia iniziato nel 2009, in occasione del decennale della morte. Giacomo Aiazzi ha definito Bepi Lanfranchi «un grande casnighese e grande italiano» e ha sottolineato come «i nostri ragazzi abbiano bisogno oggi di un forte richiamo ad esempi positivi».

Forte anche il richiamo di Mauro Magistrati ai valori della Resistenza: «Noi oggi viviamo in un’epoca nella quale il neofascsimo non è più un rigurgito, una lontana chimera, ma è qualcosa di concreto che sta radicandosi sempre di più nelle nostre comunità. Noi dobbiamo riuscire a costruire argini democratici, antifascisti, anche partendo da iniziative come queste. Perché l’antifascismo e la memoria della Resistenza non sono esercizi retorici da fare solo il 25 aprile, ma un impegno di tutti i giorni dell’anno».

La cerimonia si è conclusa con lo scoprimento della targa, tra gli applausi e la musica della banda di Casnigo. La scritta riporta semplicemente: «Piazzale Giuseppe “Bepi” Lanfranchi – Comandante partigiano».

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