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Affondamento dell’Oria, una serata a Fino del Monte

La gavetta, il gavettino e le posate del fante Francesco Bellini morto con l'affondamento del piroscafo Oria

Gavetta, gavettino e posate: sono gli unici oggetti tornati dal fronte del fante Francesco Bellini, classe 1922, di Fino del Monte, giovane soldato scomparso con l’affondamento dell’Oria, naufragato il 12 febbraio 1944 davanti all’isola di Patroklos (25 chilometri a sud di Atene).

Insieme al piroscafo diretto al Pireo, finirono in fondo al mare, chiusi nelle stive della nave, più di 4.000 soldati italiani (di cui 54 bergamaschi), tutti fatti prigionieri dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Sono solo 37 gli italiani sopravvissuti alla tragedia, insieme a 6 tedeschi, un greco e 5 uomini dell’equipaggio (incluso il comandante Bearne Rasmussen).

Per parlare del ritorno della gavetta e delle vicende dell’Oria, domani sera a Fino del Monte è in programma un incontro che avrà luogo presso la consiliare del Comune di Fino del Monte alle ore 20.30. Interverranno il nipote (omonimo) del fante Francesco Bellini; Angelo Bendotti, presidente dell’Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza  dell’età contemporanea (Isrec Bergamo) e i giornalisti Giambattista Gherardi e Andrea Filisetti di Antenna2 e myvalley.it.   

Francesco Bellini con la gavetta e la foto dello zio morto nell’affondamento dell’Oria

Il relitto della nave, salpata l’11 febbraio 1944 da Rodi, è stato ritrovato solo nel 1999 dal sub professionista Telis Zervoudis, mentre la gavetta è stata rinvenuta da un altro sub professionista, Gerasimous “Makis” Vitsentzatos, nel dicembre 2006. Solo nel 2016, dopo una trasmissione televisiva greca su di uno dei principali canali del Paese, la gavetta è stata ripulita ed è stato possibile leggere il nome del proprietario: Francesco Bellini, nato il 4 agosto del 1922.

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