Ieri a Bergamo sono arrivati altri 175 richiedenti asilo, 14 di loro sono stati mandati a Gavazzo. I migranti ospitati nella casa vacanze della piccola frazione di Valbondione salgono così a 36. In paese, contando anche le persone che si trovano a Lizzola, il totale sale a 96.
Numeri che hanno provocato la reazione dell’Amministrazione comunale. «Ieri sera sono stata informata dal nuovo Prefetto di Bergamo che a Valbondione e precisamente a Gavazzo sarebbero arrivati altri migranti a fronte della disponibilità di case vacanze messe a disposizione dal privato direttamente alla Prefettura – spiega la prima cittadina Sonia Simoncelli -. Con comunicazione formale ho scritto immediatamente al Prefetto e al Ministro dell’Interno manifestando la mia ferma contrarietà a tale decisione e la richiesta immediata di riduzione del numero di migranti nel nostro comune nel rispetto delle percentuali indicate dal Ministero dell’Interno».
Sonia Simoncelli definisce la scelta di inviare ancora richiedenti asilo a Gavazzo «irrispettosa della comunità residente». E aggiunge: «La comunità di Valbondione conta poco più di mille abitanti ed è situata a in un’area montana della provincia di Bergamo già a forte svantaggio. Dal giugno 2014 stiamo vivendo questa emergenza, e attualmente nel nostro territorio sono presenti 60 migranti nella piccola frazione di Lizzola con 212 abitanti e altri 36 nella frazione di Gavazzo dove risiedono 31 persone».
La prima cittadina di Valbondione sottolinea che «fin dai primi arrivi del giugno 2014 abbiamo lavorato incessantemente per ridurre il numero dei migranti. I sindaci purtroppo non hanno potere di decisione in merito alla collocazione dei migranti nei territori, come abbiamo verificato anche in altri comuni della valle che hanno visto assegnati migranti nonostante le forti proteste di piazza. I sindaci hanno però il dovere di tutelare le comunità e a Valbondione si è sempre lavorato duramente in questi due anni. Sono stata informata che le case vacanze messe a disposizione dai privati alla prefettura sono tre, due a Lizzola e una a Gavazzo per un totale di circa 150 posti. Il business dei privati legato ai migranti è arrivato anche a Valbondione con la totale mancanza di rispetto della gente che lo vive quotidianamente».
Sonia Simoncelli ribadisce ancora una volta che, a suo parere, l’unica soluzione sia un progetto di accoglienza diffusa che coinvolga tutti i comuni dell’Alta Val Seriana. «Mi auguro che il percorso iniziato con tutti i sindaci dell’Ambito in tema di accoglienza diffusa nel rispetto delle percentuali fissate dal Ministero possa portare al più presto ad una concreta gestione del tema. Già lunedì prossimo avrò un confronto con la Presidente dell’Ambito e il Presidente della Comunità Montana. Non può ricadere sul singolo comune il peso di tale emergenza».
A Gavazzo un primo gruppo di richiedenti asilo è arrivato il 21 aprile. Sembrava dovessero fermarsi solo pochi giorni. Invece, a distanza di oltre un mese, sono ancora nella piccola frazione e altri ne sono arrivati. Il numero di migranti presenti in paese è tornato ad avvicinarsi a quota 100, molto oltre la percentuale fissata dall’accordo Anci-Ministero. «Il nostro territorio è fragile e ha bisogno di sostegno per i giovani che vorrebbero rimanere a vivere nel loro paese, per le famiglie e per gli anziani, ha bisogno di aiuti per affrontare il dissesto idrogeologico con il quale quotidianamente ci dobbiamo confrontare e gestire per la sicurezza di chi vive il territorio di montagna – aggiunge la sindaca -. La costante presenza di questo elevato numero di migranti continua ad influire negativamente anche sulle presenze turistiche con ricaduta negativa sull’economia locale che vede il turismo come la principale risorsa della comunità».
Sonia Simoncelli conclude con «un appello ai parlamentari, senatori e consiglieri regionali della Provincia di Bergamo, ad affrontare urgentemente il tema della gestione dell’accoglienza dei migranti nell’Alta Valle Seriana considerando le conseguenze che l’attuale gestione comporta alle piccole comunità come la nostra, che si vedono imposte le scelte dettate dalla Prefettura senza possibilità di discussione».