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A Roma emergenza acqua. E da noi?

Giorni difficili a Roma per la siccità e la mancanza d’acqua. Si è evitato il razionamento, ma resta l’emergenza. E le previsioni del tempo non inducono certo all’ottimismo.

Ma com’è la situazione in Bergamasca? Lo abbiamo chiesto a Paolo Franco, presidente di Uniacque, la società pubblica che gestisce il servizio idrico in quasi tutta la provincia. Questa mattina, infatti, alle ex scuole elementari di Bratto è stata inaugurata la mostra “L’acqua come slancio vitale”, con le opere vincitrici del concorso Premio Arte Uniacque.

«Per quanto riguarda l’approvvigionamento potabile non c’è alcun problema – spiega Paolo Franco -. Captiamo dalle sorgenti e per andare in siccità dovremmo stare per oltre tre mesi senza una goccia d’acqua. Attualmente abbiamo addirittura la Nossana al doppio della portata, stiamo quindi parlando di oltre mille litri al secondo».

Il presidente di Uniacque non nasconde la «situazione di siccità per quanto riguarda l’agricoltura», ma per l’acqua potabile, ribadisce, «nessun problema». E assicura: «Prima di arrivare alla soglia di emergenza abbiamo una serie di controlli e verifiche in modo da poter intervenire per tempo. I cittadini ricordano bene che quando manca l’acqua i sindaci cominciano ad emettere ordinanze per limitarne l’uso ai consumi domestici, ebbene quest’anno non siamo nemmeno arrivati vicini a provvedimenti di questo tipo».

C’è da dire poi che in Bergamasca la dispersione non è paragonabile a quella che si registra a Roma. Nella nostra provincia l’acqua persa prima di arrivare al rubinetto (dati di Uniacque) è di poco sopra al 16,5%, contro il 45% della capitale. Stiamo parlando di 6511 chilometri di tubazioni, 65 miliardi di litri d’acqua erogata all’anno, circa 800 mila utenze. Sul fronte dei consumi, invece, ogni bergamasco utilizza in media 326 litri d’acqua al giorno (la media nazionale è di 245 litri pro capite).

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