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Tiene la spesa sociale, in Alta Val Seriana calano le tasse

In cinque anni, i comuni della provincia di Bergamo hanno perso mediamente il 50% dei trasferimenti dallo Stato. Nello stesso periodo, e cioè dal 2010 al 2015, e cioè nel pieno della crisi, l’impatto della spesa sociale sulla spesa complessiva delle 242 comunità orobiche è rimasto praticamente invariato.

È il dato che salta all’occhio sfogliando l’ultima ricerca effettuata dal Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo, sui dati del Ministero degli Interni, distribuiti in questi giorni, che ha stilato l’ormai tradizionale quadro dei bilanci delle amministrazioni locali: nel 2010, dalle casse centrali arrivavano in provincia oltre 254 milioni di euro. Nell’ultimo bilancio consuntivo disponibile (il 2015) gli enti locali orobici hanno denunciato un introito da Roma di 128 milioni. Contestualmente, le tasse locali sono cresciute del 32%, da 363 a 482 milioni di euro.

«In un certo senso – scrive la Cisl – ciò ha permesso di salvaguardare l’impianto sociale delle diverse comunità. La spesa sociale dei comuni, infatti, ha perso negli anni qualcosa come 10 milioni di euro, ma la sua percentuale nei confronti della spesa totale di ogni amministrazione è rimasta pressoché invariata, scendendo dello 0,6%. A testimonianza di sforzi e impostazione “politiche” ben radicate sul territorio».

Scendendo nel dettaglio e nell’analisi annuale (e cioè nella differenza tra 2014 e 2015), si scopre che la “stangata” maggiore nei trasferimenti l’ha subita l’ambito dell’Isola Bergamasca, con una differenza del 39% in meno rispetto all’anno scorso. Più fortunati gli abitanti della zona di Dalmine, che si sono visti decurtare “solo” il 5.4% delle entrate “centrali”. Nel basso Sebino si registra il più alto tasso di crescita delle imposte locali (8,16%), mentre le stesse scendono di oltre il 2% nell’ambito della Valle Seriana Superiore.

Per quanto riguarda l’aspetto della spesa sociale, la differenza negativa maggiore tra i due esercizi finanziari si è registrata nell’ambito dell’Isola Bergamasca, mentre Dalmine e Grumello hanno stanziato circa il 9% in più per interventi di assistenza e welfare, e il comune di Bergamo ha aumentato del 7% la spesa sociale fra 2014 e 2015. In sostanza, nel corso del 2015, per ogni cittadino della provincia sono stati spesi, in media, 105,83 € nel campo sociale, contro i 112,81 dell’anno precedente.

«Un calo assolutamente contenuto, visto il ben più consistente taglio effettuato dagli enti superiori – commentano dal Dipartimento Welfare della CISL orobica -, considerando che comunque in alcuni ambiti (Bergamo, Dalmine e Grumello) la spesa pro capite sale anche di 10 €. «Va dato perciò atto ai comuni bergamaschi di aver mantenuto comunque un livello qualitativo e quantitativo della spesa sociale, nonostante evidenti difficoltà di bilancio. Questo significa anche che l’ente locale riconosce nel welfare e nel livello di qualità dei servizi assistenziali importanti strumenti di coesione del territorio», sottolinea Francesco Corna, della segreteria Cisl di Bergamo.

«Occorre invertire la tendenza – continua – e dedicare più risorse al sostegno della natalità, investire a livello nazionale e locale per invertire una pericolosa deriva demografica che vede il nostro paese nel bel mezzo di un declino demografico, che se non affrontato in tempo determinerà un grave indebolimento del nostro stato sociale».

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