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Albino, alloggi protetti grazie a due sorelle

La Fondazione Honegger di Albino presenta domenica 22 ottobre un nuovo servizio. Quattro alloggi protetti, in via Crespi, proprio di fronte alla Casa albergo. Spazi che vogliono essere di sostegno alla rete sociale del territorio, a vantaggio delle persone anziane e delle loro famiglie.

I nuovi alloggi sono il frutto della generosità delle sorelle Piccoli, scomparse alcuni anni fa, che hanno donato alla Fondazione Honegger la metà di due appartamenti inseriti in una palazzina davanti alla Casa Albergo. La Fondazione ha ritirato dagli eredi le altre due metà degli appartamenti e ristrutturato le quattro unità abitative.

«Gli alloggi protetti vanno ad intercettare un target di utenti che sarà in aumento nei prossimi anni – spiega il presidente della Fondazione Honegger, Tiziano Vedovati – I destinatari sono persone di età superiore ai 65 anni, singoli o coppie, che conservano un sufficiente grado di autonomia, avendo però necessità di risiedere, per vari motivi, in ambienti controllati e protetti. Magari sono soli, senza familiari o vivono in abitazioni non adeguate, con presenza di barriere architettoniche o sono in presenza di sfratto non dovuto a morosità. O ancora, stanno perdendo pian piano la loro autonomia, ma non per questo sono da ricoverare in Residenze socio sssistite (Rsa). Insomma, persone con fragilità sociale, che possono però vivere come in casa propria, ma con un “pizzico” di assistenza domiciliare in più (sorveglianza H24)».

L’esterno

L’ammissione agli alloggi protetti è gestita in collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Albino. Sono questi ultimi, infatti, a ricevere le richieste e stilare una graduatoria. Si valutano le condizioni sociali, abitative e sanitarie delle persone, oltre alla loro autosufficienza o fragilità sociale. 

L’obiettivo di questi nuovi alloggi è garantire agli anziani una domiciliarità “soft”, che rispetti il bisogno di privacy, l’autonomia abitativa e la libertà di autogestione. In questo modo, si cerca di prevenire isolamento ed emarginazione, evitando forme di ricoveri impropri. Ma si punta anche a migliorare la  qualità della vita, offrendo controllo e assistenza socio-sanitaria.

Una camera da letto

«Le rette sono contenute – aggiunge Vedovati – I costi mensili del servizio si pongono a metà fra quelli di un ricovero in Rsa o di un Centro diurno integrato. Inoltre, se il Comune deve integrare la retta, questa risulta minore per sostenere l’anziano in un alloggio protetto rispetto che in Rsa. Proponiamo anche il co-housing, cioè la coabitazione, possibile in due dei tre bilocali a disposizione. Con due persone che vivono nello stesso appartamento, si potrà ridurre notevolmente la retta piena. C’è la possibilità di ricevere, con extra-tariffa, gli stessi servizi accessori (lavanderia, pasti a domicilio, igiene personale, doccia assistita) e le prestazioni socio-sanitarie (assistenza infermieristica integrativa, assistenza fisioterapica, servizio diagnostico) della Rsa».

Domenica l’inaugurazione. Il programma prevede alle 9,30 la messa nella chiesetta della Casa Albergo. Al termine, il discorso del presidente della Fondazione Honegger e delle autorità. Alle 10,30 il taglio del nastro e la benedizione degli spazi in via Crespi. Nel pomeriggio, dalle 14,30, è in programma anche un “Open day” degli alloggi protetti e della Casa Albergo (relativamente agli ambienti riqualificati: hall del 4° piano, refettorio del 3° piano, bagno multisensoriale del 2° piano). La giornata si concluderà con la musica e le canzoni di Luciano Ravasio, dalle 16 nella sala animazione della Casa Albergo.

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