A Bergamo per il nono giorno consecutivo le centraline di monitoraggio dell’Arpa hanno registrato valori di P10 ampiamente sopra i limiti. Nelle nostre vallate non ci sono centraline che possono offrire dati precisi, ma sembra che anche da noi l’aria non sia quella a cui siamo abituati.
«L’orografia della Regione Lombardia – spiega Anna De Martini, coordinatrice per Arpa Lombardia dell’Area Nord della Rete di Monitoraggio della Qualità dell’Aria (Bergamo, Sondrio, Lecco e Como) – è tale per cui facilmente si accumulano inquinanti atmosferici e le condizioni meteo non favoriscono la loro dispersione. L’arco alpino funge da barriera per i venti che arrivano da nord e in questo periodo con le inversioni termiche le riduzioni degli inquinanti è nulla».
«Anche la parte montuosa del territorio bergamasco – continua -, nonostante possa essere più ventilata, presenta problematiche per via dell’ampio uso di camini. A Bergamo negli ultimi 9 giorni la media i dati sul PM10 delle centraline di rilevazione ha superato la soglia di 50 microgrammi per metro cubo». Ieri la centralina di via Garibaldi ha raggiunto i 116 micro grammi per metro cubo, oggi 92.
In città da qualche giorno sono in vigore le misure di primo livello secondo le quali non è possibile accedere all’area urbana con auto diesel (comprese fino alla categoria Euro 4), è vietato sostare con il motore acceso e si chiede di abbassare di un grado la temperatura in casa.
Fuori dal territorio della città di Bergamo l’invito è comunque quello di ridurre la circolazione dei veicoli più inquinanti, in particolare i diesel, usare il meno possibile gli impianti a biomassa e di mantenere in casa una temperatura sotto i 20 gradi. Sono vietate le combustioni all’aperto di residui vegetali.