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Albino, malumori per la nuova via Mazzini. Risponde il sindaco

In questi giorni, ad Albino, ha debuttato il nuovo arredo urbano di via Mazzini. Con fioriere e dissuasori è arrivata anche la “Zona 30”, soluzione scelta dall’amministrazione comunale per far convivere auto e pedoni.

«Eravamo di fronte a un bivio: o si chiudeva completamente la via, creando una Ztl, oppure si realizzava una Zona 30. Era impossibile lasciare un centro senza regole, con traffico e parcheggio selvaggio, a danno della sicurezza e della serenità dei pedoni», spiega il sindaco Fabio Terzi.

Dalla Ztl alla Zona 30

La Ztl, peraltro, era stata la soluzione adottata dalla precedente amministrazione. Già in campagna elettorale, però, il centrodestra aveva promesso di riportare le auto in centro. Promessa mantenuta subito dopo la vittoria, con la riapertura al traffico del centro insieme all’annuncio dell’arrivo di una Zona 30. Soluzione che si è concretizzata tre anni dopo.

«Nei mesi scorsi è stato sistemato il  fondo stradale di via Mazzini, mentre nelle ultime settimane abbiamo posato l’arredo urbano funzionale alla Zona 30 – spiega ancora il sindaco -. In questo modo i pedoni possono fruire del centro in completa tranquillità, permettendo ancora il traffico veicolare. Ovviamente le auto ora devono procedere con una velocità limitata e non è più consentito il parcheggio selvaggio a cui assistevamo prima».

Malumori per i dissuasori

Il nuovo arredo urbano, però, ha già suscitato malumori. Nel mirino ci sono soprattutto i nuovi dissuasori: non i classici paletti, ma elementi in acciaio Cor-Ten con ampie zone frontali vuote. Non a tutti piacciono. Inoltre, alcuni automobilisti ci sono già finiti addosso.

I nuovi dissuasori

«I pedoni sono contenti – commenta il sindaco -. Possono finalmente circolare in piena sicurezza. Gli automobilisti, invece, devono prestare attenzione. Non devono andare a velocità sostenuta e devono evitare di guardare i telefonini. Se un’auto va contro un dissuasore, bisogna pensare che lì poteva esserci una persona. Se li abbiamo messi, un motivo c’è».

Per quanto riguarda la questione estetica, il primo cittadino se la cava col latino: «De gustibus non disputandum est (I gusti non si discutono, ndr)». Poi aggiunge: «L’arredo urbano è stato concordato con la Sovrintendenza. Il centro storico di Albino ha un vincolo fin dal 1971. Il sovrintendente ci ha invitato ad evitare arredi urbani classici, ma ci ha indirizzato verso elementi moderni, che staccassero completamente con l’antico della via e dei suoi edifici».

L’intervista al sindaco

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