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Col Mais Spinato adesso si fanno anche i cracker

I riflettori dell’alta cucina si sono accesi di nuovo sul Mais Spinato di Gandino, a Venezia fra i protagonisti indiscussi di “Gusto in Scena”, nelle prestigiose sale della Scuola di San Giovanni Evangelista.

L’evento ha festeggiato la decima edizione, con un crescente successo che in questi anni ha visto affiancarsi l’eccellenza della Bergamasca alle proposte di Lucia e Marcello Coronini, ideatori della manifestazione. A “Gusto in scena” il Mais Spinato di Gandino esordì nel 2013, quando lo chef stellato Gian Nicola Colucci, allora Executive chef dell’Hotel Danieli, presentò una memorabile ricetta preparata con l’antica varietà della Val Gandino.

Il viaggio a Venezia per il Mais Spinato di Gandino ha rappresentato una sorta di ritorno alle origini. Nel 1617 il mais arrivò nei territori legati alla Serenissima, in particolare nel Bellunese, nelle terre del nobile Benedetto Miari. Coevi di Miari erano l’allora Patriarca di Venezia, il barone Federico Maria Giovannelli, ed i baroni Benedetto e Andrea Giovanelli, procuratori della Repubblica veneta, tutti originari di Gandino. Da qui fu breve il passo verso Gandino, con la coltivazione del 1632 certificata anche in uno studio di Filippo Lussana.

A Belluno come a Gandino si tratta di mais con i chicchi dalla forma appuntita: in terra veneta si parla di “Sponcio”, a Gandino di “Spinato”. Si pensi che Matteo Bonafus, direttore del Giardino Reale d’Agricoltura di Torino, pubblicò nel 1833 una schedatura delle varietà di mais che ha fatto da riferimento per tutti gli studiosi. Nel 1842, in una specifica integrazione, aggiunse proprio il mais “Spinato”, utilizzando la dicitura francese di “Mais a Bec”.

In occasione di “Gusto in Scena”, la Comunità del Mais Spinato di Gandino ha presentato l’innovativa filiera di prodotti a base del prezioso cereale. I visitatori hanno apprezzato non poco spinette, frollini, chiacchiere ed altre specialità dolci e salate, soffermandosi anche sulla novità degli Scarfogli.

Antonio Rottigni (a sinistra) con Marcello Coronini alla presentazione degli Scarfogli

«Si tratta – spiega il presidente Antonio Rottigni – dell’ideale sintesi di un nuovo modo di fare agricoltura in Val Gandino, utilizzando solo e soltanto ingredienti a chilometri zero. Nella ricetta dei nuovi gustosi crackers ideata da Emanuel Caleca del Caffè Centrale di Gandino, ci sono le farine di Mais Spinato e di frumento selezionate nei campi dell’Agricola Savoldelli Clemente, il grano saraceno coltivato da Emanuela Caleca e la birra Scarlatta ricettata da Roberto Caleca. Il prodotto sposa appieno la filosofia della Cucina del Senza di Marcello Coronini, che punta su preparazioni capaci di esaltare il sapore originale degli ingredienti ed il loro abbinamento, togliendo i sali aggiunti. Nel caso degli Scarfogli ideali gli accostamenti con salumi e formaggi del territorio. Possiamo dire che davvero, in tutti i prodotti della filiera gandinese , il superfluo è escluso». I prodotti a base di Mais Spinato di Gandino®  sono stati apprezzati da esperti e visitatori, fra i quali anche il noto giornalista Bruno Vespa, conduttore di “Porta a Porta” su Rai Uno.

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