Pannelli fotografici, pagine di giornale e pannelli con la storia e le testimonianze del disastro che il 1 dicembre del 1923 cambiò il volto alla Valle di Scalve. Da sabato 16 giugno nel centro di Vilminore è possibile visitare lo spazio espositivo “Gleno”. La mostra temporanea (aperta per tutta l’estate) è stata promossa dalla Pro Loco di Vilminore e dalla Biblioteca Comunale con il sostegno dell’amministrazione comunale e con la collaborazione dell’antropologo scalvino Loris Bendotti e degli studenti della scuola superiore di Vilminore, il “Biennio”.
«Questa mostra – ha detto la presidente della Pro Loco di Vilminore, Michela Boni – nasce dalla necessità di valorizzare il nostro territorio e la nostra storia. Per concretizzare la nostra idea abbiamo fatto affidamento su un importante lavoro di gruppo: oltre al contributo di Pro Loco e Biblioteca è stato importante il sostegno dell’amministrazione comunale, del Biennio e della Comunità Montana di Scalve. L’esposizione si inserisce in un progetto di valorizzazione più ampio costruito in occasione del 95° anniversario del crollo della Diga».
«Spesso chi scende dopo aver visitato la Diga – ha sottolineato Miriam Romelli, della Biblioteca Comunale – chiede notizie sulla storia di quel luogo. Era importante quindi creare uno spazio per raccontare un fatto che ha segnato profondamente la storia della Valle di Scalve e che ha comportato ingenti perdite, di vite, di case ma anche di luoghi di ritrovo e socializzazione».
«Un plauso alla Pro Loco – ha aggiunto il sindaco di Vilminore Pietro Orrù – per questa iniziativa: mancava davvero qualcosa per permettere anche ai turisti di approfondire la storia della Diga e ricordare a tutti cosa è successo qui».
Per realizzare l’esposizione la Pro Loco ha ottenuto un finanziamento tramite un bando regionale. «Regione Lombardia – ha detto il consigliere regionale Paolo Franco – continua a esser presente a fianco dei comuni. È positivo che qualcuno si impegni per ricordare episodi come questi: per fare in modo che non si ripetano più ma anche per testimoniare la tempra della gente della Valle di Scalve».
«La tragedia della Diga – ha concluso il presidente della Comunità Montana, Pierantonio Piccini – ha modificato l’economia, le relazioni e i rapporti in Valle di Scalve. Gli scalvini però sono sempre stati coesi, compatti e decisi, allora come lo sono anche oggi. Ben vengano iniziative come questa».