Nelle scorse settimane, in Media Val Seriana, sono stati chiusi due ponti della pista ciclopedonale. Ordinanze dei sindaci hanno fatto comparire le transenne davanti alle passerelle tra Fiorano e Casnigo e tra Gazzaniga e Cene. Questioni di sicurezza.
Entrambe le strutture sono in legno e mostrano segni di degrado preoccupanti. Per intervenire servono cifre che superano abbondantemente i 100 mila euro, quando va bene. Ma chi li deve mettere? Nelle scorse settimane le amministrazioni coinvolte hanno chiamato in causa la Comunità montana Valle Seriana. La sindaca di Fiorano al Serio ribadisce la sua posizione in tal senso.
«Da tre anni stiamo chiedendo alla Comunità montana di provvedere alla manutenzione di questi ponti – osserva -, anche perchè in bilancio erano stati messi 170 mila euro ad hoc. Purtroppo, a tutt’oggi, questi soldi non sono ancora disponibili, né sono state avviate opere. E le relazioni dei tecnici parlano chiaro: bisogna intervenire. Va bene la sussidiarietà per la caserma dei carabinieri di Clusone, ma ci vuole attenzione anche per i problemi della media Valle».
Da parte sua, il presidente Danilo Cominelli sostiene che la Comunità montana è pronta a fare la sua parte. «Abbiamo già a bilancio circa 170 mila euro per il rifacimento del ponte di Fiorano. Purtroppo, però, per completare gli interventi è necessario trovare altre risorse». E, in questo senso, c’è già l’idea di una possibile soluzione.
«Il Bim (Bacino imbrifero montano, ndr) metterà a disposizione circa 3 milioni di euro per la nostra valle – prosegue Cominelli -. Dovesse arrivare un progetto condiviso dai sindaci della media e bassa Valle Seriana potremmo intervenire per la messa in sicurezza dei ponti lungo la pista ciclabile. Ovviamente, si tratterebbe di posare strutture in metallo, capaci di garantire una lunga durata nel tempo».
Per ora non c’è nulla di definito, anche se l’orientamento della Comunità montana sembra questo. «La cifra che il Bim potrebbe mettere a disposizione è indicativa – aggiunge Cominelli -. La mia idea sarebbe quella di presentare due grossi progetti: uno per l’Alta Valle e uno per la Bassa Valle, entrambi condivisi dai sindaci delle rispettive aree. In questo modo i tre milioni sarebbero suddivisi in parti uguali per provvedere alle necessità del territorio».