Prosegue il viaggio in Libano del Coro Idica di Clusone. I soldati italiani della base Onu hanno accolto con molto calore i coristi, accompagnati per l’occasione da monsignor Ivan Santus, segretario del Nunzio Apostolico nella capitale libanese, di bergamasco d’origine e fautore di questo viaggio.
Il Coro, ha allietato la messa concelebrata da monsignor Santus e dal cappellano militare don Claudio Mancusi. Al termine della cerimonia, il generale Diodato Abagnara ha ringraziato il Coro per aver portato alla base (dove convivono persone di 12 nazionalità diverse) «l’aria di casa e il calore di una famiglia».
Il generale ha consegnato al Coro il simbolo della sua missione in Libano, ricevendo la targa della Regione Lombardia, il cd libro e gagliardetto del Coro Idica e una serie di libri di Clusone con un messaggio speciale di ringraziamento per aver ospitato i suoi cittadini da parte del sindaco di Clusone Paolo Olini. Il Coro ha poi avuto l’onore di inaugurare il presepio della base. Infine, un momento conviviale, dove i soldati hanno preparato piatti della cucina italiana per tutto il gruppo.
La giornata è proseguita con altri appuntamenti. Il Coro, scortato dai soldati è stato accompagnato al teatro della città di Tiro, dove si è esibito prima in canti natalizi e poi insieme a ragazzi libanesi che hanno eseguito L’Italiano, Nel blu dipinto di blu e O Sole mio. Il concerto è stato organizzato per festeggiare il Natale insieme ai bambini orfani di guerra.
«In Libano, contrariamente a quanto si pensa, c’è pace, e ben 18 religioni diverse convivono in armonia e fratellanza – sottolineano i coristi -. I soldati italiani sono molto amati in Libano. Appena arrivati hanno costruito un ospedale che riporta il nome “Ospedale Italiano Libanese” e l’ospedale è per tutti, non fa differenza di religione. Questo ha contribuito a far accettare e amare gli italiani». Anche la moglie del Primo ministro, la signora Randa Assi Berri, si è complimentata con il Coro e ha detto di essere molto felice di questa opportunità nella speranza che possano esserci altre occasioni di incontro.
