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Gandino perde il suo gigante malato, ma non è un addio

Lo ha colpito l’Armillaria, un fungo parassita degli alberi. E per il gigante malato non c’è stato più nulla da fare. Le operazioni di abbattimento sono in corso in questi giorni: il parco comunale “Giuseppe Verdi” di Gandino perderà uno dei suoi cedri del Libano. L’albero, però, avrà nuova vita grazie a un progetto voluto dall’Amministrazione comunale insieme a diverse realtà del territorio.

L’abbattimento, ormai, era l’unica soluzione. Il grande cedro presentava problemi di stabilità e sicurezza. Il vento, soffiando forte come ha fatto anche recentemente in Val Seriana, avrebbe potuto farlo cadere. Per questo il Comune di Gandino ha deciso per il taglio. Le operazioni sono state affidate alla cooperativa sociale “Cantiere Verde”. Dopo una prima fase dedicata alle fronde e alle branche secondarie, oggi sono iniziati gli interventi sui tronchi principali. Vicino al parco è arrivata anche un’autogru, necessaria per calare a terra i grossi pezzi tagliati.

Il legno dell’albero verrà riutilizzato. Per farlo è nato il progetto “Nuova vita al cedro”. I tronchi delle branche primarie e secondarie verranno segati longitudinalmente da Cantiere Verde e messi a disposizione di progetti sociali, storici e ambientali collegati alla vita di Gandino, oltre che di associazioni o gruppi concordi nel farne un uso condiviso. La Cooperativa che gestisce la “Casa dei sogni di Cirano” attiverà i propri operatori e laboratori di falegnameria per la realizzazione di oggetti e valorizzazione delle tavole.  Allo studio un marchio specifico e distintivo, che ricordi la provenienza del legno. Altre parti dell’albero non idonee alla realizzazione di tavole verranno messe nella disponibilità di artigiani con un eventuale costo di acquisto. Al progetto “Nuova Vita al Cedro”  sono collegati anche gli interventi promossi negli ultimi mesi dal Cai (Club alpino italiano) e dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) Valgandino. Nel primo caso è stato predisposto un progetto per la valorizzazione del percorso trail nell’area montana del Monte Farno. Nel secondo si è attivata la predisposizione di un percorso storico-culturale dedicato a luoghi e sentieri della Resistenza partigiana sul territorio di Gandino. Il cedro potrebbe essere usato, in particolare, per tavoli e panche nelle aree di sosta e servizio.  Un’ulteriore ipotesi cui si sta lavorando in queste settimane è quella legata alla salvaguardia della Croce di Corno, con la realizzazione di un bivacco in quota a ricordo del volontario Lorenzo Rottigni. Parti del cedro potrebbero essere utilizzate per la struttura.

Certo, molto dipenderà dalle condizioni del legno.  «Non dimentichiamo che si è deciso di abbattere il cedro perché malato – sottolinea Filippo Servalli, vicesindaco di Gandino -. Nel tagliarlo si è visto che meno di un terzo dell’albero era ancora in vita. Bisognerà capire quanto legno si potrà recuperare». Il taglio permetterà anche di far luce sull’età del cedro: finora si è ipotizzata una messa a dimora tra fine Ottocento e inizio Novecento. Ma se ne saprà di più nei prossimi giorni. «L’intenzione è quella di affiancare anche una ricerca per ricostruire la storia di questi cedri. Non dimentichiamo, infatti, che nel parco ne rimangono ancora due», aggiunge Filippo Servalli.

Nel parco resterà anche un parte dell’albero tagliato: la base del tronco principale, fino a due metri e mezzo di altezza.  «Vogliamo farla diventare un gioco, una sorta di piccolo castello, per i bambini. Verrà modellata da alcuni intagliatori grazie alla collaborazione con l’associazione Arte sul Serio».

C’è infine il desiderio di far continuare a vivere il vecchio cedro anche in altri spazi del paese. «Vorremmo che in ogni casa di Gandino ci fosse un pezzo di questo legno – conclude Servalli -. Ma stiamo anche contattando tutti gli artisti gandinesi perché realizzino delle opere da ricollocare nei luoghi d’incontro: la casa di riposo, la scuola materna, gli oratori».

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