Più di cento volontari, sempre disponibili, 24 ore su 24, estate e inverno. Guai se non ci fosse, il Soccorso alpino sul nostro territorio. Soprattutto per la montagna, quello che comporta, i suoi rischi, i pericoli, le insidie.
L’ambiente impervio non dà tregua e ogni anno presenta il suo conto. Tracciare un bilancio non è mero esercizio di statistica. Significa anche capire quello che accade, cosa si muove, nell’arco di 12 mesi. Quale impegno viene messo in campo.
Per il 2018 ci aiuta Elia Ranza, che proprio lo scorso anno ha concluso il suo secondo mandato a capo della Sesta Delegazione Orobica del Soccorso alpino. «Il volume della nostra attività è stato in linea con quello degli anni precedenti – spiega -. Abbiamo effettuato circa 220 interventi, compresi naturalmente quelli compiuti con l’elicottero del 118. Sono state circa 160 le persone soccorse. Purtroppo abbiamo recuperato anche 11 corpi senza vita. Ci sono anche due persone disperse che non siamo mai riusciti a localizzare».
Gli interventi effettuati dal Soccorso alpino nel 2018 si sono resi necessari soprattutto a causa di cadute (40), perdita di orientamento (24), malori (18) e scivolate (15). In prevalenza, le richieste d’aiuto arrivano per persone impegnate in escursioni (77), ci sono poi i cercatori di funghi (12), gli alpinisti (6), ma anche i ciclisti in mountain bike (6). Vengono soccorsi soprattutto uomini (109 su 157). Le fasce d’età maggiormente coinvolte sono quelle tra i 50 e i 60 anni e tra i 60 e i 70.
Tutti questi interventi hanno chiamato in causa il Soccorso alpino bergamasco. «La nostra delegazione – spiega ancora Elia Ranza – è composta da 126 tecnici, sia uomini sia donne, divisi su sette squadre che fanno capo alle stazioni di Schilpario, Clusone, Valbondione, Media Val Seriana, Oltre il Colle, Valle Brembana e Valle Imagna».
Dopo 6 anni da delegato, con l’inizio del 2019 Elia Ranza – 63 anni, di Fino del Monte, nel Soccorso alpino dal 1975 – ha lasciato il posto a Marco Astori. «Sono stati 6 anni molto impegnativi – sottolinea -, per certi aspetti anche difficili, però anche molto gratificanti. Il Soccorso alpino è composto da persone veramente eccezionali. Auguro buon lavoro a Marco Astori, che comunque ha tutti i numeri e le capacità per far crescere la delegazione».