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Ardesio, lo Zenerù brucia sotto la neve

Clima ideale per scacciare la brutta stagione, ad Ardesio. Freddo e pure la neve, ieri sera, hanno fatto da cornice alla Scasada del Zenerù.

In migliaia, ancora una volta, si sono ritrovati per mettere in fuga l’inverno. Un rito vecchio di secoli, quello della Scasada, probabilmente anche di millenni, comune a molte popolazioni. Ad Ardesio ha mantenuto il suo spirito originario, pur lasciando spazio ad innovazioni. Come l’usanza di portare in giro per il paese un fantoccio, introdotta nel 1965, quando arrivò la Rai. Più tardi la personificazione del gennaione è finita su un carro, che rappresenta il tema pensato ogni volta da Flaminio Beretta.

La storia segue sempre lo stesso canovaccio: Zenerù tenta di scappare, viene acchiappato e condotto al rogo. Quest’anno Flaminio Beretta ha immaginato un tentativo di fuga in autostop e per questo sul carro c’era un maxi fantoccio (quasi cinque metri) seduto, con stampella e piede fasciato, vicino a un crocevia che riportava i nomi di alcune delle località dove gli ardesiani hanno portato la loro tradizione.

Dalla zona del Ponte Rino, come sempre, lo Zenerù è stato accompagnato per le vie del paese con la tradizionale scorta di baccano. A farla da padrone i campanacci (i cioche), anche grandi, tenuti alla cintura. Pesanti fino a dieci chili quelli del gruppo ospite di San Mauro Forte, in provincia di Matera, custode di una tradizione gemella. Ma per far rumore c’è chi si è portato delle raganelle e pure i corni.

Nel piazzale vicino alla biblioteca, infine, il gennaione è andato incontro al suo destino. Tolto dal carro, gli sono state appiccate le fiamme. E mentre il falò illuminava la notte di Ardesio, dal cielo ha cominciato a scendere più fitta la neve. Quasi che l’inverno ci tenesse a ribadire, un’ultima volta, di non volersene andare.

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