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Nuovi confini tra Fonteno e Riva, stop dalla Regione

La Regione dice no al mutamento dei confini tra Fonteno e Riva di Solto. Lo ha deciso il Consiglio regionale in seguito alla proposta avanzata dai due Comuni che avevano avviato le pratiche. Era stato indetto anche un referendum consultivo.

L’anno scorso i residenti della frazione di Xino si erano espressi per modificare i confini tra i due paesi assegnando l’intera frazione di Xino al Comune di Fonteno. In quella occasione votarono 30 dei 32 aventi diritto; 21 si espressero a favore del passaggio, 9 contro.

I due Comuni volevano sanare un’anomalia. Le case degli abitanti di Xino si trovano su terreni che appartengono al Comune di Riva di Solto. Fino a due anni fa, per una consuetudine riconosciuta anche sugli atti notarili, sulle loro carte di identità risultavano però residenti a Fonteno. Per le 40 persone di Xino si era provveduto al passaggio formale della residenza da Fonteno a Riva di Solto, indispensabile per giustificare la partecipazione al referendum.

I risultati della consultazione erano stati poi recepiti dai Consigli comunali e gli atti trasmessi alla Regione. La Commissione Affari istituzionali del Pirellone si era espressa a dicembre, bocciando la proposta. Oggi il voto in Consiglio regionale.

La prima votazione ha riguardato il documento relativo al referendum del 18 febbraio 2018. All’unanimità il Consiglio ha votato per il rimborso da parte della Regione delle spese sostenute dal Consiglio.

Con voto segreto è stata invece approvata la proposta di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge sul mutamento dei confini tra i due Comuni: 36 voti a favore dello stop, 33 i contrari. La pratica relativa alla nuova perimetrazione dei confini comunali deve ora ripartire da capo.

La bocciatura da parte del Consiglio regionale innesca però la polemica. Molto duro, Dario Violi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che commenta: «È vergognoso che i partiti in Regione Lombardia pretendono l’autonomia, ma poi calpestano la volontà dei cittadini affossando una richiesta che viene direttamente dal territorio. Non è accettabile che, nonostante i due Comuni si siano espressi molto chiaramente, qualcuno con gli agganci giusti abbia messo in discussione la volontà popolare. È un approccio antidemocratico che dimostra la totale incoerenza dei partiti che hanno sconfessato i territori e i cittadini. Così si allontana la gente dalla politica e non si fanno gli interessi della collettività».

Il no della Regione viene spiegato da Alessandra Cappellari, consigliera regionale della Lega e presidente della commissione Affari istituzionali. «L’intento era superare una situazione problematica che si era creata perché un ristretto numero di cittadini di Riva di Solto viveva in una frazione al confine con Fonteno ed era da quest’ultimo servito perché troppo distante dal comune di appartenenza. Nella realtà, al contrario, i nuovi confini indicati dai comuni non avrebbero risolto le problematiche: infatti case e una struttura commerciale sarebbero rimaste nello stesso territorio e sempre sotto Riva di Solto, con necessità di essere servite da Fonteno. Quindi, di fatto, i problemi che asseritamente si volevano superare non si sarebbero risolti. A nostro avviso, nel momento in cui si interviene, lo si deve fare in maniera completa e non a metà ed è bene riscrivere i confini una volta per tutte».

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