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Sempre più anziani, a Gandino un progetto per invecchiare bene

«Nel continente più vecchio l’Italia è il paese con più alta percentuale di anziani»: sintesi efficace di Alessandro Rosina, docente di Demografia e statistica sociale alla Cattolica di Milano, alcuni giorni fa su Repubblica. La frase fotografa la realtà di un paese in «recessione demografica». E, per di più, cronica.

Il problema è che sarà sempre peggio. L’onda lunga del baby boom, infatti, si sta spostando in avanti. Come uno tsunami sociale. Chi è nato negli anni dell’esplosione demografica viaggia verso la Terza età. E, dalla parte opposta della scala generazionale, i bambini sono sempre meno. Secondo una proiezione dell’Istat, nel 2038 il grafico della popolazione italiana avrà l’aspetto di una piramide rovesciata: tanti sessanta-settantenni, pochi dai vent’anni in giù.

Non è che nei nostri paesi le cose cambino: ci siamo dentro in pieno. A Gandino gli abitanti tra i 45 e i 49 anni sono 444 (l’8,2% del totale), 443 tra i 50 e i 54 anni (sempre l’8,2%), 406 tra i 55 e i 59 (7,5%). La popolazione sta progressivamente calando. Dai 5576 residenti registrati dal censimento 2011 si è passati ai 5386 del 31 dicembre 2018. Sempre lo scorso anno, in paese ci sono stati 29 nati e 74 morti. Numeri che hanno allarmato l’Amministrazione comunale.

«Abbiamo fatto un semplice confronto: le persone nate tra il 1955 e il 1975 sono 1600, mentre i nati tra il 2000 e il 2019 sono 400  – spiega il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, Filippo Servalli -. Tra vent’anni, la maggior parte della popolazione sarà in una fascia compresa tra i 60 e gli 80 anni. Si creerà così un forte squilibrio tra popolazione attiva e anziani».  

Il grafico che mostra la distribuzione della popolazione per fasce d’età a Gandino

I problemi che questa situazione arriverà a generare sono evidenti. «Non potremo supportare uno stato sociale con numeri di questo genere. Non ce la faranno nemmeno i servizi sociali dei nostri paesi – aggiunge Servalli -. L’unico modo per far fronte a un simile stato di cose è permettere a queste persone di mantenere un’autonomia piena. E per farlo devono iniziare a prepararsi sin da ora».

L’amministrazione comunale ha quindi ideato il progetto “Vivere insieme, vivere meglio”. «L’Organizzazione mondiale della sanità – spiega ancora il vicesindaco – definisce quattro pilastri del buon invecchiamento: un’alimentazione sana, l’attività fisica, la cultura e le relazioni sociali. Quest’ultimo, soprattutto, è quello fondamentale. In una società in cui ci saranno 20 giovani a fronte di 100 anziani, le relazioni diventeranno indispensabili e permetteranno alle famiglie, alla comunità stessa, di sostenersi».

Il progetto verrà presentato domani sera (venerdì 15 febbraio) alle 20,45 nella sala conferenze della biblioteca di Gandino. Interverranno Ivo Lizzola, professore di Scienze Umane e Sociali, e Natale Carra, professore di Statistica sociale. «Dopo il lancio del progetto, invieremo un questionario a tutte le 1600 persone di Gandino nate tra il 1955 e il 1975 – continua Servalli -. Seguirà un’analisi per arrivare a settembre con dei focus group dedicati ai diversi temi, dove si discuterà sulle azioni da portare avanti. Entro fine anno ci saranno le prime sperimentazioni e nel 2020 daremo il via alle iniziative. Su questo tema, che non riguarda solo Gandino, speriamo di coinvolgere anche l’assemblea dei servizi sociali della Valle Seriana».

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