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Per Cerete un giorno «bello e triste» insieme

«Credo che l’uomo abbia paura di sapere che la sua vita sia già stata decisa, noi tutti abbiamo lassù qualcuno che si diverte ad osservare questo magnifico spettacolo di cui sa già la fine. È lo spettacolo del mondo, noi siamo le marionette e non possiamo fare altro che continuare a recitare. Fino alla fine».

Sono parole di Alice Dal Brollo, la studentessa di Cerete che dieci anni fa, ventenne, perse la vita sotto le macerie del terremoto dell’Aquila. Si trovano sulla targa che da oggi lega il suo nome a quello della nuova biblioteca del paese. Sono tratte da un libro che Alice stava scrivendo, prima che i suoi sogni fossero spezzati per sempre. L’Amministrazione comunale le ha volute stampare per il loro significato, quasi un presagio, come ha sottolineato la sindaca di Cerete Cinzia Locatelli.

La biblioteca si trova all’interno dell’edificio che ospita anche la scuola primaria e la palestra, inaugurato a gennaio. Proprio davanti ai bambini della primaria – e a diversi cittadini – si è svolta questa mattina la cerimonia d’intitolazione. «Oggi per il nostro paese è un giorno bello, ma anche triste – ha detto la prima cittadina rivolgendosi ai più piccoli -. Bello perché oggi diamo un nome alla nostra biblioteca. Triste perché oggi ricorre il decimo anniversario di un terribile terremoto che ha distrutto la città dell’Aquila e non solo. Ci è sembrato quindi giusto intitolare la biblioteca ad Alice, una ragazza che aveva tanti sogni e che purtroppo si è trovata coinvolta in questa tragedia».

Laura Corno, funzionaria della Provincia di Bergamo che si occupa di Protezione civile, ha poi spiegato ai bambini come comportarsi in caso di terremoto. Bortolo Palamini, insegnante della primaria, ha invece ripercorso i le iniziative portate avanti negli anni scorsi con gli alunni in ricordo di Alice e del sisma in Abruzzo. Infine un video, accompagnato dalla canzone “Domani”, con foto e frasi di Alice. È stata ricordata anche l’altra vittima bergamasca del terremoto: il vigile del fuoco Marco Cavagna, stroncato da un malore all’Aquila mentre prestava soccorso dopo il sisma.

«Alice era una ragazza molto allegra, solare, felice. E la sua felicità era contagiosa. Vi invito a prendere come esempio questa splendida qualità di Alice – ha detto ancora Cinzia Locatelli rivolgendosi ai bambini -.  Lei era andata all’Aquila per inseguire il suo sogno: laurearsi in criminologia. Quindi, se avete dei sogni inseguiteli. Perché la vera felicità si trova solo quando si riescono a realizzare i propri sogni. E dobbiamo essere anche tenaci, perché non è per niente facile inseguire i propri sogni. Ma guai smettere di sognare».

Sulla targa che riporta il nome di Alice Dal Brollo un fiocco tricolore, sciolto dalla prima cittadina insieme alla mamma della ragazza, Pasqua Epis. Un lungo, commosso, applauso ha accompagnato questo momento. Poi la benedizione impartita dal parroco don Sergio Alcaini.

Il video di Antenna2:

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