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Il dislivello dell’Everest in bici, Gigi Poletti vince la sfida

Come partire dal livello del mare e arrivare in cima all’Everest in bicicletta. Si chiama Everesting, è una sfida nata in Australia e che adesso si sta diffondendo anche in Italia. Bisogna scegliere una salita e ripeterla fino a raggiungere o superare 8848 metri di dislivello, quelli della montagna più alta della Terra.

Oggi, mercoledì 1° maggio, ci ha provato anche Gianluigi (Gigi) Poletti, di Clusone, appassionato di ciclismo e non nuovo a imprese sui pedali. In passato, ad esempio, si è cimentato nella Parigi-Brest-Parigi, nella Milleeunmiglia, nella Clusone Roma no stop. Questa volta ha tentato la sfida sulle strade di casa e, per completare i metri dell’Everest, ha scelto la Regina delle Orobie: avanti e indietro dal Passo della Presolana. Alla fine ce l’ha fatta.

«L’idea l’avevo già dall’anno scorso, ma non è così facile da portare avanti – racconta a impresa conclusa -. In questo periodo mi sentivo bene e allora ho voluto provare. Partendo da Rovetta e arrivando al Passo della Presolana i metri di dislivello sono circa 650. Ho percorso la salita per 14 volte».

In totale, dunque, oltre 9 mila metri. Gigi Poletti è partito a mezzanotte dalla zona del vecchio ponte di Songavazzo e ha concluso la sua quattordicesima salita sul Passo della Presolana, intorno alle 17,10. Ad accoglierlo, fra applausi e pacche sulle spalle, famigliari, parenti e amici. C’è stato anche chi lo ha accompagnato durante il suo Everesting. «Ringrazio in particolare Mauro Benzoni, che mi ha seguito col pulmino, e gli altri amici che mi hanno scortato a turno in bicicletta».

Naturalmente, un tentativo deve essere omologato, con tanto di tracce Gps, per entrare nella “Hall of fame” dell’Everesting. Se ne occupa il gruppo australiano che ha ideato la sfida, ma c’è anche il sito EverestingItaly. L’home page, attualmente, riporta 219 tentativi coronati da successo. «È una bella soddisfazione – sottolinea Poletti -. È soprattutto una sfida con te stesso. Limiti di tempo non ce ne sono e quindi è possibile gestirsi. Conta soprattutto la testa».

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