Al via il secondo appuntamento nell’ambito di Ripamondo 2019, ciclo di conferenze dedicate al confronto sulla questione del fenomeno delle migrazioni:
domani martedì 21 maggio alle 20.45, negli spazi del Convento della Ripa di Albino (BG), Diaforà si confronta con il pensiero del poeta e scrittore Jovica Momcilovic che interverrà con la relazione Quando c’erano le razze e non c’era il razzismo. Ingresso gratuito.
La guerra è disgrazia, miseria, paura, morte, violenza, fame, malattia. Guerra è disprezzo, e mancanza d’amore. La guerra è disumana ma fatta su misura d’uomo. È il buio e la fine di ogni cosa per noi conosciuta, ma d’altra parte è l’inizio di ogni cosa per noi sconosciuta… Sono le parole di Jovica Momcilovic, scrittore e poeta serbo di Sarajevo, testimone di una storia passata, quella della guerra in Bosnia Erzegovina, che è anche storia di drammatica attualità. Una storia che traccia quasi un parallelo tra le popolazioni che si spostarono dai Balcani negli anni ’90 e i profughi di oggi.
«Quello che è successo a Sarjevo» – commenta Jovica Momcilovic – «non è diverso da quello che è accaduto in Afghanistan o in Iraq, a Tripoli, a Damasco, a Bagdad. Non è diverso da ciò che continua ad accadere oggi in quei paesi di guerra dove non c’è modo di ripartire, dove non puoi vivere o ricominciare a vivere. Dove non puoi rimanere. Che storia vediamo ripetersi oggi? E perché si ripete? Come riesce a partire, ripartire e a sopravvivere chi è costretto a lasciare la propria terra? Sono motivazioni incomprensibili, quasi irreali, ma è tutto drammaticamente vero. Queste sono solo alcune delle tante domande che dobbiamo porci, riflessioni a cui non possiamo sottrarci se vogliamo provare a conoscere, a capire un fenomeno così complesso come quello delle migrazioni».
In Italia dal 1993, Jovica Momcilovic ha lasciato Sarajevo l’11 aprile 1992, poco più che trentenne, durante la guerra che ha insanguinato la Bosnia Erzegovina. Si è sottratto al conflitto attraversando Bosnia e Croazia, per poi arrivare in Ungheria e prendere un volo da Budapest a Malpensa via Amsterdam. Bergamo, città dove è approdato per una semplice coincidenza, diventa presto la sua città adottiva. Poeta, scrittore, mediatore museale, Jovica Momcilovic racconta nei suoi libri storie di guerra, amore, violenza, storie di chi, dopo aver perso tutto, vive la maledizione o la fortuna dell’emigrazione. Tra le sue pubblicazioni (edite da Lubrina Bramani Editore): La creatura (2014), I “Rari” (2015), Amore (2015), Emigrant (2016).