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Gandino, danneggiato il percorso dedicato ai partigiani

Una delle sagome in acciaio corten posizionate Gandino nei luoghi legati alla Resistenza è stata danneggiata con l’acido. È successo nei giorni scorsi. Sono stati presi di mira anche altri pannelli del percorso inaugurato nei mesi scorsi.

La sagoma, posizionata nei pressi dell’ingresso della scuola primaria in via Cesare Battisti, riproduce tre partigiani all’indomani della Liberazione, ripresa da una nota fotografia d’epoca in cui sono raffigurati i partigiani della 53esima Brigata Garibaldi a Gandino. Come altre sagome presenti in paese, era stata inaugurata lo scorso luglio con una serata itinerante. Primo passo di un percorso a cura dell’Anpi provinciale e del Comune di Gandino. 

La sagoma com’era

Proprio domani (venerdì 15 novembre), alla biblioteca di Gandino, è in programma la presentazione dell’iniziativa. Una data scelta non casualmente, dato che in questi giorni si ricorda il 75° anniversario del combattimento alla Malga Lunga, con una serie di iniziative che domenica 17 novembre culmineranno nella commemorazione ufficiale in quota, cui interverrà il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani. Sarà preceduta sabato 16 novembre alle 9 da un percorso di memoria civile a cura delle Acli diBergamo.

 

«Lo scopo delle installazioni – spiega il vicesindaco di Gandino, Filippo Servalli – è quello di rendere visibile l’urgenza e l’attualità del ricordo per le nuove generazioni, per rappresentare valori inalienabili quali la libertà cui gli uomini della Resistenza dedicarono in molti casi il sacrificio della propria vita. Abbiamo da subito avviato la sistemazione della sagoma danneggiata, rilevando atti vandalici anche su altri pannelli presenti lungo il percorso. Sono segni dei tempi che motivano ancor più la necessità di portare avanti un lavoro diffuso che risvegli la coscienza civile delle nostre comunità. Per risalire agli autori del gesto abbiamo segnalato l’episodio ai Carabinieri e non disperiamo di poter ricavare elementi utili dalle immagini della videosorveglianza installata negli ultimi anni».

Il “Sentiero” (cui ha lavorato l’architetto Daniela Bertocchi) si sviluppa dall’abitato di Gandino verso i monti di Valpiana, attraverso le località di Clusven e Fontanei, dove alcune famiglie gandinesi nascosero esuli ebrei, salvandoli dalla deportazione. Il percorso culmina nell’area del Rifugio Malga Lunga (teatro dell’eccidio del 1944 in cui morì anche Giorgio Paglia e oggi Museo della Resistenza Bergamasca) e della Baita del Monte Alto. 

La Malga Lunga (foto dal sito malgalunga.it)

Negli anni ’40 la baita (oggi gestita dal Cai Valgandino) per parecchi mesi venne utilizzata come base dalla Squadra comando della 53esima Brigata Garibaldi “13 Martiri di Lovere” (a ricordo dei partigiani fucilati il 22 dicembre 1943). Fu scelta dal comandante Giovanni Brasi “Montagna”, che da qui mosse la propria squadra anche in occasione dei fatti della Malga Lunga, con un coraggioso tentativo di attacco ai nazifascisti che portavano a valle i partigiani fatti prigionieri. Le scuole elementari di via Battisti fra la fine degli anni ’30 ed i primi anni ’40 furono sede del comando tedesco di stanza a Gandino.

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