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Parco delle Orobie, la polemica si sposta in Comunità montana

Non si spengono le polemiche seguite alla riconferma del sindaco di Ardesio Yvan Caccia a presidente del Parco delle Orobie. Tensioni che si vanno a sommare a quelle già emerse per l’elezione del primo cittadino di Gorno Giampiero Calegari a presidente della Comunità montana. Ne esce il quadro di una Valle Seriana sempre più spaccata.

A tornare all’attacco è il gruppo “Comunità e Territorio”, all’opposizione in Comunità montana, dopo aver candidato l’ex presidente (e sindaco di Parre) Danilo Cominelli. «Chi ha lavorato bene sulla base delle necessità e urgenze che esprime il territorio, se ne sussiste la possibilità, è giusto che venga confermato. Il nostro gruppo esprime pertanto il proprio apprezzamento per la rielezione da parte dell’assemblea, di Yvan Caccia alla presidenza del Parco delle Orobie Bergamasche», si legge in un comunicato diffuso questa mattina (lunedì 4 novembre).

Al sostegno a Caccia, il gruppo fa però seguire una stoccata nei confronti di Calegari: «Leggiamo che il presidente della Comunità montana Valle Seriana, contrario a questa rielezione pur essendo Yvan Caccia sindaco di un comune della Valle Seriana, ha fatto riferimento a divisioni e mancato confronto, nonostante lui stesso non abbia neppure consultato i sindaci dei comuni appartenenti al Parco, come sempre avvenuto in passato, e benché sia stata presentata nostra specifica e formale richiesta in tal senso».

Torna anche la polemica per come è andata a finire in Comunità montana. «Il presidente Calegari – prosegue la nota – è stato eletto a fronte di un accordo politico calato dall’alto che ha escluso la maggior parte dei paesi montani della valle. Segno di prevaricazione antidemocratica e di errore politico-amministrativo, tenuto conto che la Comunità montana dovrebbe innanzitutto gestire ed affrontare le problematiche specifiche del territorio montano. Si voleva probabilmente gestire anche l’elezione del presidente del Parco senza interpellare i comuni interessati dalla gestione dell’ente, magari sostenendo un esponente suggerito da qualche “grande elettore”, per rispetto di accordi ed alleanze politiche, sacrificando un sindaco di un comune della nostra valle, che ha ben operato». 

«Il segretario provinciale Pd Casati sostiene che l’elezione in comunità montana è frutto di un accordo fra i sindaci; ma tutti sanno che scaturisce da un’alleanza per la spartizione del potere tra due consiglieri regionali, Jacopo Scandella e Paolo Franco – prosegue il gruppo “Comunità e Territorio” -. Se fosse come dice l’esponente del partito democratico, non si capisce per quale ragione la maggioranza dei comuni dell’Alta Valle Seriana, particolarmente interessati dall’azione della Comunità montana, si sarebbero ritirati ed autoesclusi dalla formazione del nuovo direttivo. Forse per una inspiegabile forma di masochismo?». 

Il gruppo risponde anche all’invito di Calegari che, in un’intervista ad Antenna2, ha espresso l’auspicio che si cominci a «lavorare per risolvere i problemi della gente e del territorio». «Si vuole il confronto e la ricucitura dei rapporti? Deve essere, come dice il presidente della Comunità montana,  “sotterrata l’ascia di guerra”? Da parte nostra non riteniamo sussista alcuna guerra. Non è nostro interesse sostenere alcuno scontro politico; non rappresentiamo alcun partito. Come tutti i membri dell’assemblea, siamo rappresentanti di comuni e cittadini che si aspettano la soluzione dei problemi. Non abbiamo scelto noi l’esclusione, ma ci è stata imposta, e rivendichiamo il diritto di far valere le esigenze del territorio – montano e non – sapendo bene che alcune realtà più di altre soffrono per la riduzione dei servizi, la mancanza di lavoro, il dissesto del territorio e le problematiche di mobilità». 

«Abbiamo fatto e faremo proposte che vadano nel senso dell’inclusione di tutti, per la comune valutazione delle necessità d’intervento – conclude il comunicato -. Abbiamo già chiesto in Assemblea della Comunità montana la costituzione di una commissione per l’esame congiunto dei problemi del territorio, con riferimento specifico all’utilizzo delle risorse Bim. Siamo a disposizione del presidente e del direttivo per collaborare nell’individuazione delle priorità».

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