FeaturedNotizie

Coronavirus, da dove vengono i nuovi casi positivi?

Da dove vengono i nuovi casi positivi al coronavirus (157 oggi in Lombardia)? Alla domanda, durante il report quotidiano su Facebook della Regione, ha risposto Vittorio Demicheli, epidemiologo e direttore sanitario dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) della Città Metropolitana di Milano, oltre che membro della Cabina di Regia del monitoraggio Covid del Ministero della Salute.

«I nuovi casi positivi riscontrati negli ultimi giorni sono frutto dell’intensificarsi
dell’attività di screening avviata dalle Regioni», ha detto Demicheli. E ha spiegato: «Questa settimana  abbiamo riscontrato qualche leggero aumento probabilmente legato al fatto che molte regioni, come la Lombardia, hanno cominciato la ricerca attiva di casi tramite screening della popolazione, soprattutto attraverso test sierologici. Contemporaneamente però si sono registrati alcuni nuovi focolai. in Lombardia sono microscopici, altrove invece sono più grandi. Ne deriva che, per quanto il
lockdown sia stato efficace, è meglio essere prudenti perché il virus è ancora in grado di trasmettersi».

A proposito dei numeri della Lombardia, Demicheli spiega che il sistema nazionale non è  ancora in grado di distinguere quanti casi derivano dagli screening e quanti sono veramente nuovi. «In Lombardia, invece, sappiamo quanto sono attribuibili al primo caso e quanti al secondo. Negli ultimi giorni abbiamo assodato che più della metà dei nuovi casi deriva da positività riscontrate da test sierologici. Li definiamo casi ‘vecchi’, ‘debolmente positivi’ e con una carica virale così bassa che probabilmente non è più in grado di
trasmettere l’infezione. Da un punto di vista della pericolosità quindi, non sono come i ‘nuovi casi’ che invece hanno bisogno di essere rapidamente rintracciati e messi in quarantena».

Secondo Demicheli è anche fondamentale valutare il continuo e costante calo dei ricoverati in terapia intensiva e degli accessi ai Pronto soccorso. Per quanto riguarda la capacità di ricoverare nel caso l’epidemia riprendesse, Demicheli rassicura: «Questo versante, che tecnicamente chiamiamo della resilienza, nella nostra Regione è assolutamente rassicurante. La nostra capacità di far fronte ad una seconda, eventuale, ondata in questo momento è senz’altro buona».

L’attenzione, secondo Demicheli, deve comunque rimanere alta. «Non è ancora arrivato il momento – spiega – di abbassare la guardia sul distanziamento fisico, non sul distanziamento sociale. Le persone possono frequentarsi e avere rapporti soddisfacenti, bisogna però tenere sempre un’adeguata distanza fisica».

A proposito del numero di tamponi effettuati in Lombardia, Demicheli chiarisce: «I nostri numeri dicono che quantitativamente ne facciamo tanti, poi sono sinceramente un
po’ infastidito dai tanti professori che ci fanno la lezione. Ci devono dire quali sono i test che dovremmo fare e che non stiamo facendo per esserci di utilità, sennò sono polemiche sterili».

Condividi su:

Continua a leggere

Valbondione, contro la crisi il Comune taglia le tasse
Coronavirus in Lombardia, i dati del 19 giugno