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Ardesio, la Scasada del Zenerù al tempo del Covid

La Scasada del Zenerù ha scritto un’altra pagina. Dopo gli anni da record con migliaia di persone a riempire Ardesio, va in archivio anche l’edizione al tempo del Covid. Uno spettacolo per pochi intimi, prima di cena, vicino al Serio.

Più che la Pro loco, come sempre in regia con il comitato organizzatore, a decidere quest’anno è stato soprattutto il virus. Le norme anti Covid hanno costretto a stravolgere gli aspetti della tradizione che si erano consolidati negli ultimi anni. Nessun corteo affollato per le vie del paese, pochi campanacci e il falò finale in zona Florida invece che nel piazzale vicino alla biblioteca.

Il rito, almeno nei suoi tratti essenziali, è stato salvaguardato. L’idea di cacciare via l’inverno, la brutta stagione e un anno oltremodo difficile, mantenuta. Anche il carro è stato costruito: una grande gondola. Perché quest’anno Flaminio Beretta si è immaginato uno Zenerù a Venezia, in mezzo a piazza San Marco invasa dall’acqua.

«È stata un’edizione particolare – commenta Gabriele Delbono, presidente della Po loco -. Vedere il carro accompagnato da poche persone ha fatto veramente uno strano effetto, quasi un dispiacere. Ringrazio chi si è impegnato per mantenere la tradizione, ma anche i cittadini di Ardesio e tutte le persone abituate a raggiungerci il 31 gennaio che hanno ascoltato il nostro appello a rimanere a casa».

Nei prossimi giorni la Pro loco pubblicherà il video con i filmati delle persone che hanno cacciato l’inverno suonando i campanacci sui loro balconi.

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