Cresce la preoccupazione per la gestione dei vaccini anti Covid in Lombardia. Sulla questione interviene anche il sindacato pensionati della Cisl. «Non siamo orgogliosi di essere stati facili profeti, ma ancora una volta Regione Lombardia si è dimostrata impreparata a gestire la situazione», afferma il segretario regionale della Fnp Emilio Didonè.
Il sindacato sottolinea come il territorio lombardi sia «tra gli ultimi in termini percentuali per vaccinazioni effettuate, nonostante il mezzo milione di contagiati diagnosticati (il 20% della popolazione) e i 25 mila decessi (un terzo dell’intero Paese)».
«La vita reale – aggiunge Emilio Didonè – è diversa da quella che l’assessore Gallera immagina: è fatta anche di ferie e di organizzazione del personale. Non si può lasciare in mano al caso e all’improvvisazione la salute delle persone. Il sindacato da tempo chiede che su prevenzione e cura si attuino progetti che tengano conto delle esperienze territoriali e professionali che questo territorio ha maturato e cresciuto. Invece, da anni vediamo riforme e proposte che hanno snaturato la mission e abbassato il livello della sanità pubblica della regione».
Il segretario della Fnp lombarda definisce l’avvio della campagna di vaccinazione «un’altra falsa partenza con il solito immancabile autogol di Regione Lombardia. I primi dati della regione che si vanta di essere la prima in Italia sono deludenti, sconfortanti, inaccettabili e tra i peggiori in Italia. Se questa è là premessa non nascondiamo le nostre preoccupazioni per la prossima campagna vaccinazioni degli anziani in programma a marzo 2021. Ci saranno i vaccini in quantità sufficiente per tutti gli over 65? I tempi saranno rispettati? Le siringhe saranno quelle giuste? Dovremo ricorrere a una lotteria per scegliere i fortunati?».
«È ora di trovare vere soluzioni – conclude Didonè – e mettersi al lavoro per invertire una tendenza che ci sta facendo scivolare ai posti più bassi per la qualità dell’offerta».


















