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Bergamo, la montagna protesta in centro

Maestri di sci, gestori di impianti, ristoratori, albergatori, commercianti, noleggiatori (sostenuti da sindaci, presidenti di Comunità Montane, parlamentari, consiglieri regionali): in tanti si sono radunati questa mattina (26 febbraio) davanti al municipio di Bergamo in occasione della manifestazione volta a chiedere rispetto e attenzione per la montagna.

Mentre sulle piste la neve non manca e la stagione avrebbe potuto essere una delle migliori degli ultimi decenni, gli operatori hanno lasciato le vallate e sono scesi in città per cercare di fare sentire la propria voce.

“La montagna merita rispetto”: è la scritta sullo striscione steso nel cuore della Città dei Mille, in piazza Matteotti, fuori da Palazzo Frizzoni. Dopo un anno disastroso la richiesta è semplice: ristori adeguati e chiarezza sulle tempistiche.

Una protesta pacifica, ma condita dall’amarezza dei partecipanti. Pesa soprattutto l’ultimo rinvio, quando lo scorso 14 febbraio era tutto pronto per l’atteso avvio (tardivo) della stagione e poche ore dal semaforo verde del 15 febbraio è arrivata la comunicazione della nuova data. “E non è che la gente non si sia concentrata in montagna con la chiusura degli impianti – racconta un operatore – anzi, è salita comunque con le complicazioni, imposte da zone rosse e arancioni e coprifuoco, che hanno determinato spostamenti in massa senza ritorni intelligenti”.

“Il colpo è stato pesante – afferma sconsolato un altro partecipante – temiamo possa essere fatale per alcuni operatori”.

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