Già colpito duramente negli anni scorsi da una crisi che ha avuto l’effetto di uno tsunami, il tessile bergamasco torna in difficoltà a causa della pandemia. A mettere a fuoco la situazione è la Femca Cisl provinciale, ci sono realtà ormai a rischio fallimento.
Secondo una stima ancora provvisoria del sindacato circa 20 aziende del comparto Moda (anche grandi nomi, ma soprattutto medio-piccole e artigiane) potrebbero essere costrette alla riduzione del personale o persino alla chiusura in caso la crisi dovesse perdurare. Circa 300 dipendenti, sparsi nella nostra provincia, sono a rischio licenziamento, «ma potrebbero essere molti di più. Già oggi una piccola confezione artigiana di 8 persone ha chiuso la propria attività», rileva la Femca.
In provincia di Bergamo ci sono circa 230 aziende che si riconoscono nei contratto nazionale Industria, Piccola media industria, Artigiani del comparto tessile, più altre 20 di altri contratti del comparto Moda (calzature, lavanderie, concia, pelli e cuoio ). Queste rete di aziende occupa circa 18 mila addetti totali di cui 17 mila nel tessile. I settori merceologici principali sono abbigliamento, automotive, arredamento e casa e il tessuto non tessuto. «Quest’ultimo – sottolinea Cristian Verdi, segretario provinciale della Femca – è l’unico che ha avuto un rimbalzo positivo, grazie all’emergenza sanitaria».
Per tutti gli altri settori si è registrato un calo della produzione e del fatturato. Oggi le aziende in difficoltà produttiva stanno utilizzando la Cassa Covid (12 settimane nel 2021 entro il 31 Marzo). «Come si vede chiaramente, è ancora una situazione non rosea. D’altronde usciamo da un anno che, nonostante la piccola ripresa di fine 2020, ha lasciato una perdita secca del 40%. E il 2021 non si è presentato meglio. La contrazione dei consumi non favorisce certo positive previsioni. Questi numeri colpiscono soprattutto le medio piccole imprese, di cui il nostro territorio è ricco, e che hanno fatto la ricchezza di questo territorio nei periodi migliori. Ma le difficoltà sono dietro l’angolo per tutti. Eccezion fatta per qualche piccola realtà, non abbiamo grosse aziende che parlano di tagli o esuberi».
La preoccupazione, però, è un’altra. «Se nel 2021 non ci sarà una netta ripresa dei consumi, con lo sblocco dei licenziamenti a fine marzo qualche azienda potrebbe arrivare a presentarci piani di riduzione del personale. Per questo continueremo a chiedere la proroga della cassa integrazione Covid, il mantenimento del blocco dei licenziamenti e di un piano di aiuti per le imprese che vogliono investire nel tessile, patrimonio del manifatturiero Bergamasco».
Questa sera (mercoledì 3 febbraio) intervista a Cristian Verdi nel tg di Antenna2 (canale 88 del digitale terrestre o in streaming).