Si muove a una velocità di circa due centimetri al giorno, la frana sulle pendici del monte Saresano, tra Tavernola Bergamasca e Vigolo. Lo dice Nicola Casagli, il geologo che sta seguendo la situazione e responsabile del centro di competenza del Dipartimento nazionale della Protezione civile.
«Si tratta di una frana di scivolamento planare che interessa un versante con calcari marnosi stratificati a franapoggio, interessato da fronte di cava non più attivo, incombente sulla strada litoranea del lago d’Iseo – spiega il geologo -. Il volume mobilizzato è almeno 1,5 milioni di metri cubi. Attualmente la frana si muove a velocità pressoché costante di circa 2 cm/giorno ed è tenuta sotto controllo con un sistema di monitoraggio in tempo reale».
La frana ha interrotto due strade provinciali e ha causato l’isolamento del paese di Parzanica. «Sono in corso modelli di scendimento della frana per valutare se essa potrà entrare parzialmente nel lago e, nel caso, se potrà formare e propagare un’onda anomala. Proprio in considerazione di questo scenario di rischio è stato raccomandato alle autorità locali di mettere a punto piani speditivi di protezione civile sotto la regia delle Prefetture di Bergamo e di Brescia e dalla Regione Lombardia», aggiunge Casagli.
In Lombardia oltre 100.000 frane mappate e oltre 30.000 valanghe
«Gli studi e le analisi dei fenomeni di dissesto idrogeologico (frane, valanghe, alluvioni) condotti in Lombardia negli ultimi anni hanno evidenziato la presenza di oltre 100.000 frane mappate, oltre 30 mila valanghe censite e 2.200 chilometri quadrati di aree alluvionabili (in pianura e nelle vallate alpine) – spiega Gianluca Lattanzi, geologo e presidente della Società italiana di geologia ambientale (Sigea) sezione Lombardia -. Se il contesto naturale montano spesso si lega con la presenza dei nostri paesi e borghi a formare il paesaggio regionale con le proprie bellezze e caratteristiche, la presenza di abitazioni millenarie degli stessi abitati, spesso realizzate in pietra o quando non vigevano le norme antisismiche, aumenta le condizioni di criticità in risposta ad eventi di dissesto idrogeologico e/o sismici. Inoltre la presenza di aree destinate allo sfruttamento minerario quali cave e miniere (anche ex) rendono difficile il connubio tra contesto naturale, luoghi di vita e utilizzo delle risorse naturali. In tale condizione si colloca anche il territorio comunale di Tavernola Bergamasca, oggetto di notizia in questi giorni di un possibile evento franoso».
Lattanzi ricorda che il territorio, come molti altri in Lombardia, «ha già subito in passato condizioni di frana e movimenti tali da richiedere interventi tecnici necessari (reti, palificazioni, etc.) e che nello stesso Piano di governo del territorio comunale si evince alla cartografia tecnica geologica la presenza di aree franose (anche bonificate), zone di movimento, stacco di blocchi ed altri aspetti di criticità geomorfologica. Inoltre nello stesso Inventario Fenomeni Franosi in Italia – ISPRA si apprende come nell’area comunale e circostanziale siano presenti aree di frana con movimento di tipo scivolamento rotazionale/traslativo e aree con crolli/ribaltamenti diffusi».
In un simile contesto, il geologo ritiene sia «importante portare avanti politiche del territorio che sensibilizzino la popolazione e gli amministratori ai fenomeni di dissesto idrogeologico e attivare nel contempo tutti i sistemi di rilevamento ed eventuali opere di difesa del suolo, sistemi di monitoraggio, che possano ridurre il livello di rischio, il tutto unito alle verifiche di compatibilità ambientale delle opere impattanti».