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Rovetta, un cippo in ricordo delle vittime del Covid e del sacrificio di medici e infermieri

Roveta Giornata ricordo vittime Covid

Una dottoressa con mascherina e ali che culla l’Italia: è una delle immagini più evocative del grande sacrificio e importante compito svolto da medici e infermieri durante la prima ondata della pandemia da Covid-19.

La famosa rappresentazione è stata scolpita sul marmo e posta nel cippo commemorativo svelato questa mattina in piazza Ferrari a Rovetta in occasione delle celebrazioni della Giornata in ricordo delle vittime della pandemia.

Sono 35 le persone che il paese della Conca della Presolana piange.  «Con la pandemia abbiamo perso una fetta importante della nostra comunità – afferma il sindaco di Rovetta Mauro Marinoni -. Questa scultura vuole essere un ricordo dei terribili momenti che abbiamo vissuto. L’emergenza non è ancora finita. Stiamo vivendo in questo periodo tutte le ristrettezze provocate dalla pandemia. Purtroppo avremo ancora mesi di difficoltà davanti a noi. Naturalmente la speranza è quella che fra poco tempo si possa tornare, se non come quella di una volta, almeno a una vita con occasioni di socialità».

«Quella che abbiamo passato è stata sicuramente una tragedia, per chi ci ha lasciato e per le loro famiglie. In alcuni Paesi sono decedute più persone che neanche durante le Guerre mondiali. Per cui questa tragedia deve restare nella memoria del nostro Paese, come in tutte le comunità, e dobbiamo ricordare i caduti del Covid e tutte le persone che si sono sacrificate in un periodo così difficile».

La scultura del cippo commemorativo delle vittime del Covid a Rovetta
La scultura del cippo commemorativo delle vittime del Covid a Rovetta

Il basso rilievo è stato realizzato da Fiorenzo Savoldelli, assessore alle Opere pubbliche del Comune bergamasco. «Tutto nasce da un’idea che mi è venuta quando lo scorso anno siamo stati, come alpini di Rovetta, all’ospedale di Bergamo – ha raccontato Fiorenzo -. Sulla facciata c’era questa immagine che ricordiamo tutti. Sono tornato a casa e ho iniziato a lavorare un pezzo di marmo bianco di Carrara. Ho impiegato un po’ di tempo, soprattutto per scolpire le ali della dottoressa. Poi, quando ho saputo che l’idea era piaciuta al nostro gruppo e la scultura avrebbe potuto avere una destinazione come quella di oggi, ci ho messo ancora più cura. In alto ho rappresentato la Presolana, simbolo della Valle Seriana e montagna che si scorge già dall’autostrada. Ho iniziato il 7 aprile quando ancora sentivamo sirene e campane da morto. Ora è qui, in centro, vicino ad altri monumenti e in un luogo di passaggio in cui ci si può soffermare e ricordare».

Il cippo è stato inaugurato dopo la Santa Messa celebrata da don Augusto Benigni proprio in ricordo delle vittime del Covid nella vicina chiesa parrocchiale di Tutti i Santi. Presenti con i labari i rappresentanti delle associazioni di volontariato e i famigliari delle persone scomparse con la pandemia. Non tutti hanno potuto prendere parte alla Messa, i posti in chiesa sono ancora contingentati per via delle restrizioni anti-Covid.

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