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La Cgil di Bergamo compie 120 anni

La Cgil di Bergamo compie 120 anni. Per celebrare questo anniversario, il sindacato di via Garibaldi ha pensato a una serie di eventi, tra incontri su temi specifici (come quello già svolto con Nando Pagnoncelli e Gaetano Sateriale) e una mostra fotografica che verrà inaugurata a fine maggio sul Sentierone.

A 120 anni esatti dalla fondazione, domani (mercoledì 21 aprile) alle 10, è in programma un incontro speciale: avrà per titolo “Passato, presente e futuro” e farà dialogare giovani lavoratori (tre ragazze e un ragazzo) con la vicesegretaria nazionale Gianna Fracassi (non sarà, invece, presente Maurizio Landini, convocato proprio domattina al ministero del Lavoro per discutere di blocco dei licenziamenti e di cassa integrazione).

Introdurrà l’evento Gianni Peracchi, segretario generale della Cgil di Bergamo. Dopo i saluti delle autorità e del nuovo segretario generale della Cgil Lombardia Alessandro Pagano, sono previsti gli interventi di Giacinto Brighenti, Giovanni Barbieri, Maurizio Laini e Luigi Bresciani che hanno guidato la Cgil provinciale dagli anni Ottanta ai primi anni 2000.

La visione dell’evento in diretta sarà possibile sui canali social della Cgil di Bergamo (Facebook, YouTube e Instagram). Verranno messe in onda anche immagini dell’archivio storico della Biblioteca “Di Vittorio”, documenti che vengono dal passato, montati per l’occasione.

La Camera del Lavoro di Bergamo venne costituita il 21 aprile del 1901, con la sua sede provvisoria nei locali della Società di Mutuo Soccorso in via Zambonate, dai rappresentanti della Federazione del libro, della Federazione dei litografi, della Federazione muraria, della Società lavoranti fornai, della Società di miglioramento fra i metallurgici, fra i falegnami, fra i marmisti e affini, della Cooperativa muraria e della Cooperativa lavoranti in ceppo di Brembate.

«Anche se comunicheremo in remoto, abbiamo scelto, per questo evento, di essere proprio nella sede del Mutuo Soccorso da cui la nostra storia è cominciata – spiega il segretario provinciale Gianni Peracchi -. Quando abbiamo provato a immaginare la celebrazione di questo anniversario, abbiamo pensato a un filo rosso che caratterizzasse una serie di eventi, ricerche e approfondimenti lungo l’intero corso dell’anno. Ciò con la piena consapevolezza del difficile, drammatico, momento che stiamo attraversando per via della pandemia che, qui da noi, è esplosa con una virulenza incomparabile. È il tempo di un presente complicato che non ci ha però fatto desistere dal rivolgere uno sguardo al passato per trovare forza ed incoraggiamento ad andare avanti».

Gianni Peracchi

Per avere un’idea dell’epoca in cui la Cgil mosse i primi passi, può essere di grande utilità dare uno sguardo al primo Statuto della Camera del Lavoro. Ad essa veniva riconosciuto lo scopo “di servire d’intermediario fra l’offerta e la domanda del lavoro di patrocinare gli interessi dei lavoratori salariati in tutte le contingenze della vita, e ciò con i seguenti mezzi:

a) mettendo a contatto e in permanente rapporto fra loro tutti i lavoratori salariati per educarli praticamente alla fratellanza, alla solidarietà e al mutuo appoggio;

b)organizzando un servizio d’informazione sulle condizioni del mercato del lavoro (ricorrendo ai Comuni, alle Camere di Commercio, alle Camere di lavoro nazionali ed estere) per indicare i paesi nei quali la mano d’opera sia richiesta e più retribuita;

c) stabilendo le condizioni del lavoro; promovendo leggi efficaci sul lavoro delle donne e dei bambini; curando la stretta applicazione delle leggi sociali, e cercando che le leggi stesse rispondano allo scopo che il lavoro sia contemperato alle esigenze dell’igiene; difendendo il lavoro della donna in modo tale che, a parità di produzione, sia retribuita in egual misura dell’uomo. Studiando, infine, tutti quei mezzi che valgano ad elevare le condizioni economiche, il carattere intellettuale, morale e tecnico dei lavoratori salariati”.

La vita della Camera del Lavoro di Bergamo subì una brusca interruzione con l’avvento del fascismo, che ne decretò lo scioglimento forzato. Ma già prima era stata travolta dallo scontro tra riformisti e rivoluzionari, conoscendo un lungo periodo d’inattività dal 1904 al 1914, nonostante i ripetuti tentativi per rimetterla in azione e lo sforzo di numerosi sindacalisti per organizzare comunque le lotte dei lavoratori bergamaschi.

Il 15 gennaio 1923 la sezione della Fiom di Lovere venne assalita dai fascisti, che picchiarono i dirigenti sindacali presenti e distrussero l’archivio. Un gesto non isolato ma simbolico del lungo periodo di clandestinità che iniziò con la dittatura, in cui però i fili tessuti in questi anni, pur controversi e intricati, non si interromperanno: molti dei nomi dei primi organizzatori sindacali si ritroveranno tra quelli dei partigiani combattenti e degli antifascisti militanti. 

La vita sindacale riprese in maniera significativa in occasione degli scioperi del marzo 1944, almeno da parte di alcune tra le realtà operaie più importanti. Incrociarono le braccia anche i dipendenti degli uffici commerciali e di numerose banche: alla fine furono circa 7500 i bergamaschi che mostrarono apertamente la loro distanza dal regime.

(Testo storico a cura della biblioteca “Di Vittorio” della Cgil di Bergamo. A questo link una ricostruzione completa)

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