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Pandemia e calo delle nascite, le scuole dell’infanzia paritarie chiedono aiuto

Chiede «gratuità e parità» la petizione promossa dalla Fism, l’organismo delle scuole dell’infanzia paritarie no profit di ispirazione cristiana. Un’iniziativa sostenuta anche dalla Fondazione “Clara Maffei” di Clusone.

L’anno di pandemia ha inciso profondamente sulla situazione già non facile di tante realtà impegnate nell’accompagnare la crescita dei bambini più piccoli. «Sia nel periodo di chiusura totale dell’anno scorso sia dopo la riapertura a settembre abbiamo dovuto affrontare una serie di difficoltà – afferma Isabella Seghezzi, presidente della Fondazione “Clara Maffei” -. Naturalmente stiamo parlando di problemi diversi. Un conto è avere la scuola chiusa, un altro gestire la pandemia a porte aperte. Adattare i servizi, avere le attenzioni necessarie ha comportato certi costi. Ad esempio, per ampliare il personale».

Le difficoltà hanno così riportato alla ribalta il tema del confronto tra scuole dell’infanzia pubbliche e scuole dell’infanzia paritarie. «In questo periodo di pandemia il trattamento economico è stato nuovamente differente, a svantaggio delle scuole paritarie che comunque aiutano il sistema pubblico a gestire i servizi per l’infanzia da 0 a 6 anni – prosegue Isabella Seghezzi -. Siamo molte scuole (in alta Val Seriana sono la maggior parte, ndr), cerchiamo di offrire servizi di qualità, quindi anche la “Clara Maffei” condivide e sostiene la petizione promossa dalla Fism».

La petizione si può firmare sulla piattaforma change.org. «Non è più rinviabile il traguardo di parità di costi a carico delle famiglie, per la frequenza dei figli alla scuola dell’infanzia e ai servizi educativi. Si tratta di una misura necessaria come argine al decremento demografico, come sostegno alla genitorialità e alla parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento per tutta la scuola italiana. Una scelta a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito nei confronti dell’Unione europea», si legge nel testo.

Le difficoltà, come evidenziato anche dalla petizione, sono accresciute dal calo demografico. Nascono molti meno bambini e questo ha ripercussioni anche sulla tenuta delle scuole materne. «È un problema che riguarda anche Clusone – aggiunge la presidente della Fondazione “Clara Maffei” -. Già da qualche anno le nascite si sono abbassate fino a una sessantina di bambini all’anno. Purtroppo il 2020 registra il dato più negativo in assoluto: sono nati solo 44 bambini. È evidente che una simile tendenza finisca per compromettere la stabilità economica di realtà come la “Clara Maffei”. Le nostre entrate, infatti, sono fondamentalmente costituite dai contributi statali, regionali e comunali, oltre che dalle rette pagate dalle famiglie. È evidente che un conto è avere cento iscritti, un conto averne dieci».

«In questa situazione – continua Isabella Seghezzi – ogni piccolo gesto diventa fondamentale. Siamo in fase di presentazione delle dichiarazioni dei redditi quindi mi permetto di ricordare che è possibile indicare la Fondazione scuola dell’infanzia “Clara Maffei” come beneficiaria del 5×1000. È sufficiente indicare il codice fiscale della fondazione, che si trova sul nostro sito e sulla pagina Facebook. È un gesto che non costa nulla, ma che a noi dà tantissimo».

Il servizio di Antenna2 con l’intervista a Isabella Seghezzi:

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