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Università di Bergamo, verso un Corso di Laurea Magistrale nel contesto alpino

“Verso un’Università dei territori: reticolare, itinerante e aperta”: è la progettualità presentata questa mattina (domenica 13 giugno) a Clusone presso la Sala Legrenzi del Museo Arte e Tempo (Palazzo Marinoni Barca), alla presenza del magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, del presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, del consigliere regionale Jacopo Scandella, del presidente della Comunità Montana Giampiero Calegari, del sindaco di Clusone Massimo Morstabilini, del sindaco di Schilpario Marco Pizio (in rappresentanza della Comunità Montana di Scalve), del presidente del Parco delle Orobie Bergamasche Yvan Caccia, del presidente del Cai di Bergamo Paolo Valoti, del presidente di Promoserio Maurizio Forchini, del consigliere di OrobieStyle Dario Colossi, della professoressa Emanuela Casti, presidente del Centro Studi sul Territorio, del professore Fulvio Adobati, direttore del Centro Studi sul Territorio e “prorettore delegato ai Rapporti con Enti e Istituzioni pubbliche del territorio”, di diversi stakeholder e dei docenti e studenti coinvolti con la 4 giorni in alta Valseriana promossa con la Summer School “Syndemia: Geourban Planning and Sustainable Tourism in Time of Crisis”.

L’ulteriore apertura dell’Università degli Studi di Bergamo ai territori, Ateneo che già in un modello a tripla elica (di concerto a enti e privati) ricopre un ruolo strategico per il destino della terra bergamasca, si configura attraverso tre step.

Primo passo, avviato con l’esperienza di Clusone, l’attivazione di 4 Summer School (che proseguiranno in Valtellina giugno 2021, Valle Brembana nell’aprile 2022 e in Val di Fiemme – provincia autonoma di Trento – nel maggio 2022).

La pianificazione prevede poi un corso di perfezionamento dedicato alla “Valorizzazione dei beni culturali, paesaggistici e ambientali della Montagna”: 170 ore tra lezioni, seminari e laboratori di progetto, si terrà in contemporanea in sedi montane delle Valli Seriana, Brembana e Valtellina tra novembre 2021 e maggio 2022.

L’obiettivo all’orizzonte, il terzo step, è quello più importante e ambizioso: un Corso di Laurea Magistrale nel contesto alpino. La prospettiva è quella di una Laurea Magistrale Interclasse tra il corso dedicato alle materie turistiche in “Progettazione e gestione dei sistemi turistici” e il corso in progettazione territoriale “Scienze economiche per l’ambiente e la cultura” con cui formare alla governance ambientale, al management territoriale, alla resilienza turistica, all’abitare residenziale e all’abitare turistico. Il profilo immaginato è quello di “Mediatori progettisti per valorizzare la montagna e la reticolarità con la pianura, con competenze nella comunicazione e resilienza turistica”.

La visione è quella di dotare il territorio di persone con competenze attraverso le quali superare l’interpretazione di territori montani come aree interne svantaggiate per avvicinarsi invece al concetto di metro-montagna colmando i gap con città e pianura.

«Abbiamo sempre detto che la montagna è un paradigma di riflessione e di formazione – ha detto il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bergamo -. Questi sono stati i 2 assi di ragionamento e sviluppo di questa nostra attività. Con la conclusione di questa Summer School, abbiamo lanciato un messaggio per il futuro: scommettere su questi 2 assi. Riflessione significa usare il territorio della montagna anche come sperimentazione di nuovi corsi di laurea e la ripercussione conseguente è di invitare il territorio a reinventarsi, cioè a riflettere attorno a temi di sviluppo come quelli delle infrastrutture e turismo proprio come paradigmi per reinventare i territori della montagna. Per fare questo i nostri studi ci portano a dire che non può essere fatta questa riflessione solo dal punto di vista accademico e quindi serve anche una collaborazione con le istituzioni, anche con il mondo privato, proprio per addivenire a una sorta di nuovo paradigma attorno alla montagna, che è formazione, ricerca ed è anche un nuovo senso dell’abitare. Penso che l’università debba avere questa responsabilità, non solo accademica, ma anche istituzionale e sociale. Oggi tutto questo, anche per la rilettura da parte dei nostri studenti, che con occhi nuovi hanno indagato questo territorio, contaminandosi con gli abitanti e il territorio e hanno offerto nuovi spunti con cui rileggere anche il futuro della montagna. Penso sia una sperimentazione ben riuscita che proporremo anche ad altri territori (Val Brembana, Valtellina e Val di Fiemme) che hanno richiesto una nostra presenza e un nostro affiancamento».

«Noi siamo forti dell’esperienza interdisciplinare che abbiamo maturato con le lauree in Geourbanistica – ha affermato la prof.ssa Emanuela Casti, presidente del Centro Studi sul Territorio -, dove si fondono discipline e didattiche articolate con cui gli studenti apprendono teorie che devono imparare anche ad applicare. L’idea è di fare qualcosa di ulteriormente nuovo: aperto al territorio, itinerante e con la possibilità di recuperare i vecchi modi di fare insegnamento. Quindi questa forma dialogica di formazione tra docenti e studenti che noi pensiamo di fare abbinando i territori, gli abitanti, gli stakeholder che hanno interessi, ma anche coloro che abbiano voglia di vivere la valle in modo più equilibrato. La prospettiva è di creare più aule territoriali nelle valli in base anche a quelle che saranno le risposte degli amministratori. Noi ci mettiamo a disposizione, vedremo la risposta e la voglia di accoglierci, ma già oggi ho colto aperture».

La Summer School che si è chiusa oggi a Clusone è stata un’esperienza internazionale importante, non solo per il coinvolgimento di 2 atenei stranieri (Xi’an Jiao Tong Liverpool University e l’Université Lyon2), la partecipazione di ragazzi anche stranieri, ma anche perché ha visto l’inaugurazione dell’accordo a “Doppio titolo” con l’Università di Lione che permetterà agli studenti aderenti di conseguire due titolo di studio: la Laurea magistrale in Geourbanistica in Italia e il Master Ville et Environnement del sistema universitario francese.

Gli studenti, 23 i partecipanti, hanno lavorato in due gruppi suddividendosi su 2 concetti chiave: mobilità e acqua. Alla Summer School “Syndemia: Geourban Planning and Sustainable Tourism in Time of Crisis” hanno lavorato i docenti Alessandra Ghisalberti (Presidente della Laurea magistrale in Geourbanistica), Federica Burini, Renato Ferlinghetti, Filippo Menga e numerosi tutor che hanno seguito passo passo gli studenti. Sabato 12 giugno si è tenuta un’esperienza sul campo che ha interessato i territori di Clusone, Villa d’Ogna, Gromo e Valbondione.

«L’obiettivo – ha detto la professoressa Casti – era quello di creare la possibilità di contatti internazionali (in questo caso con la Cina e con la Francia), di trarne insegnamenti e di provare a applicare nei contesti in cui sono stati condotti. Sono state impiegate tante forme di didattica (da quella cattedratica, seminariale, ma anche di terreno, fino ad arrivare a quella partecipativa con gli abitanti). Si è lavorato intensamente, si è fatta anche una proposta agli amministratori, su cui lavoriamo da un paio di anni e che tiene conto anche dello sconvolgimento dovuto all’epidemia. L’ascolto ed entusiasmo degli amministratori e abitanti sono stati davvero la molla che oggi ci dicono che dobbiamo andare avanti».

Alto il livello di coinvolgimento degli studenti, che hanno vissuto con passione questa esperienza, testimoniata anche dalle emozioni che oggi una ragazza ha condiviso ai presenti durante il seminario conclusivo (“Internazionalizzare i territori per valorizzare i luoghi”) parlando dell’accoglienza ricevuta sul territorio della Valle Seriana.

«E’ stata una promessa che il rettore aveva fatto e ha mantenuto, come per altro tutte le cose che lancia – ha detto il sindaco di Clusone Massimo Morstabilini -. Sapevo che sarebbe stata una mattinata emozionante, ma non pensavo fino a questo punto. Le istituzioni hanno condiviso il percorso e sono nati spunti interessanti. Il risultato è di grande speranza e vitalità per noi e il nostro territorio. Davvero un grande grazie per questa altissima occasione di formazione al rettore e a tutti i docenti che hanno collaborato. Grazie anche alla comunità di Clusone che si è resa disponibile, al Museo Arte e Tempo (in particolare nella persona di Andrea Zanoletti), al Coro Idica che ha aperto i suoi spazi per le attività, allo Sci Club 13 per l’assistenza agli studenti e alla Casa dell’Orfano per la disponibilità nell’accoglienza. Un grazie a tutti e un arrivederci a Clusone e nel nostro magnifico territorio».

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