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Nel 2021 più iscrizioni di imprese nella Bergamasca rispetto alle attese

Il quarto trimestre 2021 si chiude con 94.595 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo. Le iscrizioni sono 1.205 in aumento di 6,3% su base annua. Le cessazioni non d’ufficio sono 1.322, segnando una variazione tendenziale positiva su base annua del 4,1%. Il saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni (non d’ufficio) risulta negativo con -117 unità (-136 nel corrispondente periodo del 2020).

Il tasso di natalità delle imprese registrate risulta pari a 1,3% mentre il tasso di mortalità si attesta a 1,5%.

Le imprese attive (84.712) risultano in aumento (+921 posizioni, pari all’1,1% su base annua) rispetto allo stesso trimestre del 2020.

Nella bergamasca tra i settori economici i servizi rappresentano il 38,4% delle imprese attive, seguiti da commercio (22,3%), le costruzioni (20,7%) e la manifattura (12,7%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso sono cresciuti i servizi (+639 con una variazione pari a 2,0% su base annua), l’agricoltura (+79 pari a 1,6% su base annua), le costruzioni (+170 pari allo 1,0% su base annua) e il commercio (+83 pari a 0,4% su base annua). Risultano, invece, diminuite le imprese attive nella manifattura (-61 pari a -0,6% su base annua).

Quanto al tasso di natalità per settore produttivo, si distinguono positivamente i servizi (1,1%), le costruzioni (1,0%) e il commercio (0,8%). A seguire, con lo stesso valore, l’agricoltura (0,6%) e la manifattura (0,6%). Osservando, invece, il tasso di mortalità, l’agricoltura rileva il valore inferiore (0,7%). Sono maggiori i tassi di mortalità delle costruzioni (1,6%), dei servizi (1,6%) del commercio (1,4%) e della manifattura (1,4%).

In relazione alla natura giuridica, l’impresa individuale risulta la forma giuridica maggiormente diffusa nella provincia con un’incidenza del 52,9% sulle imprese attive totali. A seguire le società di capitali (25.309 pari al 29,9%), le società di persone (12.771 pari a 15,1%) e le altre forme giuridiche (1.822 pari a 2,2%). Confermando una tendenza in atto da tempo, le società di capitali attive registrano la variazione tendenziale maggiore (3,7%). A seguire le altre forme giuridiche (1,1%) e le imprese individuali (0,6%). Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-1,9%).

Le imprese straniere attive sono 9.553 pari a 11,3% delle imprese attive totali con una variazione tendenziale su base annua pari a 3,3%. Le imprese femminili attive sono 17.343 (2,4% su base annua) e rappresentano il 20,5% delle imprese attive totali. Le imprese giovanili attive sono 7.611 (1,6% su base annua) e rappresentano il 9% delle imprese attive totali.

Nel quarto trimestre 2021 sono 30.115 le imprese artigiane registrate. I dati di flusso mostrano un aumento su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 407 (+18,3% su base annua) e le cessazioni (avvenute non d’ufficio) sono 420 con una variazione pari a +9,7% su base annua. Il saldo complessivo risulta negativo con -13 unità (-39 nel corrispondente periodo del 2020). Il tasso di natalità delle imprese registra l’1,4% mentre il tasso di mortalità segna l’1,6%.

Le imprese artigiane attive sono, invece, 30.037 e riportano, in relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, una crescita di 27 posizioni con una variazione tendenziale pari a 0,1%.

L’analisi dei settori economici mostra che il numero maggiore di imprese artigiane attive si concentra nell’ambito delle costruzioni (13.446 pari al 44,8% delle imprese attive totali), dei servizi (8.369 pari al 27,9%), della manifattura (6.543 pari a 21,8%) e del commercio (1.552 pari al 5,2%). In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso crescono i servizi (+81 con una variazione tendenziale pari a 1,0% su base annua), il commercio (+15 pari a 1,0% su base annua) e le costruzioni (+32 pari a 0,2% su base annua). Diminuisce, invece, la manifattura (-104 pari a 1,6% su base annua).

Analizzando la forma giuridica, invece, il 74,4% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,1%), le società di capitali (10,4%), i consorzi (0,02%) e le cooperative (0,02%).

Nel quarto trimestre 2021 le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni sono stati complessivamente 582, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+306).

Le 108.413 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, aumentate rispetto a un anno fa (+1.361), impiegano 401.640 addetti (di cui 331.889 dipendenti e 69.751 indipendenti). Il dato degli addetti è riferito al trimestre precedente rispetto alle imprese e unità locali e va interpretato con cautela essendo di origine amministrativa. Rispetto allo stesso periodo del 2020 si registra pertanto una crescita degli addetti totali pari a +6.856, con una variazione tendenziale del +1,7% su base annua.

Tra i settori economici si riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive dei servizi (+4.234) delle costruzioni (+1.788), dell’agricoltura (+732) e del commercio (+525). Rilevanti perdite di addetti su base annua si rilevano nella manifattura (-707).

Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni:Nel quarto trimestre del 2021 il saldo delle imprese attive continua a crescere, confermando la tendenza registrata nei due trimestri precedenti. Le iscrizioni trimestrali non erano così numerose dal quarto trimestre 2017. Dopo il crollo che si è verificato nel 2020, il numero totale delle imprese iscritte nell’intero anno 2021 è maggiore del dato atteso considerando i dati dell’ultimo decennio, è però prematuro pensare ad un’inversione di tendenza.

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