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Edilizia: “Si torni a dare dignità (anche salariale) al mestiere”

È una stagione d’oro quella che sta vivendo il settore edile di Bergamo, tra eco bonus e cantieri che si moltiplicano. Crescono di pari passo le iscrizioni dei lavoratori alle Casse Edili, segnale di una grande vivacità nel mercato del lavoro di questo comparto.

“Aumentano le commesse e, con queste, anche le lamentele dei costruttori, prima fra tutti ANCE, rispetto a quella che sarebbe una difficoltà diffusa nel reclutare nuovi operai”, fanno notare oggi i segretari generali Giuseppe Mancin per FENEAL-UIL, Simone Alloni di FILCA-CISL e Luciana Fratus di FILLEA-CGIL di Bergamo. “Peccato che poi, proprio le aziende legate ad ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) scoraggino i nuovi lavoratori dal fare ingresso in questo settore, sempre meno appetibile dal punto di vista salariale e caratterizzato da personale sotto-inquadrato”.

“Da troppo tempo, cioè dal dicembre 2020, siamo in attesa di avviare la discussione sulla piattaforma che abbiamo presentato per il rinnovo del Contratto provinciale scaduto nel maggio di due anni fa” proseguono i tre sindacalisti. “Il tavolo avviato con gli artigiani edili ha già dato qualche buon frutto. Ora chiediamo però che si apra anche la discussione per l’industria edile. Un lavoro di qualità ha bisogno anche di stipendi dignitosi e adeguati. Li attendono da tempo gli oltre 11.000 lavoratori iscritti alle Casse Edili di Bergamo. Proprio le aziende legate ad ANCE, poi, dal gennaio 2021 non pagano alcuni elementi della retribuzione concordati in passato a livello territoriale: si stima che fino ad oggi la perdita sia stata di circa 150 euro per ciascun lavoratore (calcolato sulla retribuzione dell’operaio qualificato)” aggiungono Mancin, Alloni e Fratus.

Negli anni di crisi economica, il settore edile a Bergamo è stato letteralmente dimezzato in termini di addetti. “Quelli rimasti sono stati tenuti sotto-inquadrarti” aggiungono i sindacalisti. “Abbiamo calcolato che quasi il 60% dei lavoratori edili iscritti alle Casse a Bergamo sono assunti come manovali o operai non qualificati, cioè ai primi due livelli contrattuali, con gli stipendi più bassi tra quelli previsti dal Contratto nazionale”.

Secondo i sindacati va anche discussa la riforma del sistema degli enti bilaterali e tutta le rete di assistenze: da questo dipendono la gestione delle prestazioni sanitarie (non coperte da San.Edil.) e sociali per i lavoratori e i loro famigliari. C’è poi tutta la questione delle “sinergie da mettere in campo per rilanciare la formazione professionale e della sicurezza, ambiti strategici in un settore ad alto rischio di infortuni. C’è inoltre estremamente bisogno di rafforzare il monitoraggio, anche invitando le stazioni appaltanti al rispetto dei principi di congruità diventati obbligatori, in modo che si eviti il sopravvento di aziende che non rispettano l’applicazione corretta del Contratto collettivo nazionale”.

“La grande scommessa del contratto di secondo livello in un momento tanto propizio e su un territorio tanto votato all’edilizia rischia di essere persa. Dall’ultima rilevazione di Enea, a seguito del Superbonus 110% Bergamo sta ricevendo un investimento di oltre 700milioni di euro su cantieri già asseverati. A ciò dovrà aggiungersi quanto verrà stanziato da Pnrr per la riqualificazione urbana ed ecologica. Il valore del mattone bergamasco sta riprendendo numeri e qualità che fanno parte della sua tradizione. Davvero gli imprenditori vogliono perdere un’occasione del genere solo per risparmiare sulla giusta retribuzione dei loro lavoratori, sulla formazione degli apprendisti, sulla sicurezza degli addetti?”.

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