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Una filiera lombarda per valorizzare la lana a km zero

Creare una nuova filiera della lana di pecora lombarda, sostenendo un prodotto agricolo locale “a chilometro zero” con vantaggi ambientali ed economici. È l’obiettivo della Risoluzione approvata ieri (martedì 22 marzo) all’unanimità dal Consiglio regionale.

«Da problema a opportunità: oggi la lana prodotta in Lombardia non può essere utilizzata come prodotto agricolo locale a ‘chilometro zero’. Con la nascita di una filiera specifica, non sarà più così. La lana lombarda diventerà una risorsa per gli agricoltori e per i consumatori con molti vantaggi: dalla tutela ambientale all’occupazione», ha spiegato Simona Pedrazzi (Lega) che ha promosso la Risoluzione.

Si stima che nelle regioni del Nord ci siano 116mila capi ovini che producono circa 290 tonnellate di lana. La filiera della lana di pecora favorirà la conservazione delle razze ovine autoctone che costituiscono un importante patrimonio zootecnico di biodiversità. Senza dimenticare i vantaggi ambientali: l’uso di lana proveniente dalla “filiera corta” nel Nord Italia ridurrà in maniera significativa le emissioni provenienti dal trasporto necessario per le importazioni dall’estero. Inoltre, investendo in impianti di lavaggio di ultima generazione si risparmieranno risorse idriche ed energetiche.

Soddisfazione è stata espressa anche da Giovanni Malanchini (Lega), consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza, secondo il quale «si tratta di una Risoluzione che individua molteplici misure per far fronte in maniera concreta ed efficace a un’emergenza nata con la pandemia e acuita ora dal conflitto in Ucraina, emergenza che sta mettendo le aziende agroalimentari in ginocchio per l’aumento dei costi delle materie prime, nonché per la loro reperibilità sui mercati, oggetto di vere e proprie speculazioni».

L’aula ha approvato l’emendamento presentato da Jacopo Scandella (PD) con cui si chiede l’inserimento nel testo della Risoluzione delle seguenti azioni: il recupero in un’ottica di economia circolare della lana non utilizzata anche attraverso tecnologie e soluzioni innovative; il sostegno attraverso bandi e misure regionali delle iniziative volte a consentire la re-immissione sul mercato della lana “sudicia”; l’introduzione di sistemi di incentivazione per la tutela dei territori montani; la gestione della lana come valore del comparto ovino.

«La ripresa di una filiera della lana può essere importante nella nostra Val Gandino, ma anche in tanti altri territori della regione – spiega Scandella -. Abbiamo rimarcato l’importanza dell’economia circolare, dal momento che questa filiera favorirà la conservazione di razze ovine autoctone, riducendo le importazioni ed evitando l’inquinamento da smaltimento. C’è però un tassello mancante e si tratta degli impianti di lavaggio che non ci sono su questo tema ci deve essere impegno economico concreto da parte di Regione Lombardia, in accordo con le aziende interessate alla filiera».

Nel corso della seduta sono intervenuti anche Paolo Franco (Fratelli d’Italia), Roberto Cenci (Movimento 5 Stelle) e Francesco Ghiroldi (Lega).

 

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